Dopo il successo della prima andata in scena in una gremita piazza Giacomo Matteotti in Grotte di Castro il giorno 11 Agosto 2010. L’associazione FABULA o.n.l.u.s. continua il tour della tragicommedia in un atto “C’E’ UN CADAVERE TRA NOI” scritta da Michelangelo Gregori per la regia di Rocco Pugliese Eerola.
Il giorno 27 Agosto si alzerà il sipario nel comune di Marta, presso la CITTADELLA DELL’AMICIZIA, alle ore 21:30. Sul palco tra le scenografie realizzate dallo Spagnolo Feliciano Gavira Alba, torneranno a farci emozionare i due attori Pietro Benedetti e Claudia De Luca che interpretano entro le mura domestiche marito e moglie di ritorno da un funerale.
Il cast si completa con Marco Piccinelli nel ruolo del cadavere, l’intero gruppo è stato protagonista di una vera e propria standig-ovation di oltre 7 minuti nel giorno del debutto di questo spettacolo. L’intero incasso dello spettacolo sarà devoluto in beneficenza.
PRESENTAZIONE
L’associazione FABULA o.n.l.u.s. che opera nel campo della beneficenza mediante attività culturali, è lieta di proporre uno spettacolo di Prosa.
“C’E’ UN CADAVERE TRA NOI” non è solamente uno spettacolo teatrale, è un viaggio surreale nel mondo e nelle abitudini che circondano la nostra vita. Portare in scena per la prima volta, un testo inedito e scritto da un autore contemporaneo che parla proprio della contemporaneità è una scelta molto ardua, ma significativa.
L’idea stessa di rappresentarlo all’interno di un ben definito e definibile spazio teatrale, è spiegata in maniera sarcastica da una frase dei fratelli Edmond e Jules de Goncour : “ Quel che al mondo ascolta più stupidaggini è forse un quadro da museo ”. Infatti i due personaggi principali, una coppia in crisi, hanno il loro scontro ideale e sui diversi ideali, proprio partendo da stupidaggini quotidiane per poi acuirsi in distorti litigi e spassosissime riappacificazioni.
Tale spazio rafforza le frustrazioni dei nostri protagonisti, un marito commercialista che in realtà avrebbe voluto fare il pittore, ed una moglie forzatamente casalinga, la quale seppur provvista solamente di una voce sgraziata, avrebbe voluto cantare da soprano.
Dentro questa ottica si svela anche la scenografia, bianca ed irreale, marmorea o forse propriamente eterea, che racchiude la scena in un perimetro, ma che trova la sua piena realizzazione grazie ai cenni architettonici che non finiscono tra le “mura domestiche”, bensì arrivano a confondersi e unirsi agli spazi che ospiteranno l’evento. In questo è solamente il cadavere ad essere corpo estraneo al tutto, ma in un certo senso “vivace spalla” dei due attori per la creazione di situazioni comiche al limite del grottesco.
Questo atto unico, come detto: è un viaggio, un ragionamento sulle manie e sulle situazioni buone e cattive del vivere di oggi. Una maniera per vedere in modo spicciolo come siamo in realtà tra le mura domestiche ove riportiamo le nostre frustrazioni, le nostre malinconie ma anche i nostri sogni e le nostre possibilità. Una commedia veloce che immerge lo spettatore in un vortice di sensazioni. Con questo spettacolo si offre al pubblico, la possibilità di entrare in contatto con un altro tipo di teatro, realizzato appunto, fuori dal solito schema. Appositamente costruito per calzare a pennello dentro il limite dello spazio prefisso.
Per ribadire: l’aver studiato una scenografia ascensionale che non ha bisogno di palcoscenico, ma che si regge quasi fosse su un piedistallo che vuole presentare un opera raffigurante un momento di vita familiare, è basilare per trovare il significato stesso della rappresentazione; cercando così di creare una vera e propria simbiosi tra lo spazio e il pubblico, l’azione e l’intero disegno drammaturgico.