STRAGE DI GATTI A SANT’AGOSTINO
Pubblicato da
Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 06/05/2010 17:05:13
Il primo Maggio sono stati trovati tutti morti i gatti, senza padrone, che vivevano nel complesso di Sant’ Agostino. La scoperta è stata fatta dalle persone che da tanti anni portavano loro il cibo. “ I gatti di Sant’Agostino sono morti il 1 Maggio, alcuni prima, altri più tardi perché erano quindici ed il killer deve aver svolto un lavoro laborioso ed accurato in modo che il veleno non lasciasse scampo a nessuno di loro, nemmeno ai piccoli, nati da qualche giorno prima.
Eh sì l’agonia è stata lunga, la micia tricolore che aveva partorito da poco ha pianto tutta la notte ma non è stato possibile aiutarla. Il cancello ed il lucchetto che permettono l’accesso al chiostro era chiuso e la catena ha reso l’ingresso inaccessibile. I gatti di Sant’Agostino erano delle “stars”, fotografati dai turisti e amati da tanti. Eppure c’è qualcuno a cui proprio non piacevano proprio.”. Inizia così la lettera con la quale è stata data la notizia dalle donne che hanno scoperto la strage.
“E’ vero erano “gattacci”, litigavano, si accoppiavano in pubblico e si riproducevano in maniera esponenziale, si ammalavano e morivano e in questa situazione davano fastidio. Ma allora che bisogna fare – afferma una delle amiche dei gatti – uno dei tanti turisti che viene a visitare Tuscania direbbe che nel suo paese civile, il sindaco cui gli animali randagi sono affidati per legge, provvederebbe a farli sterilizzare e vaccinare, e magari con l’aiuto dei cittadini volenterosi, a proteggere la loro vita.
Questo però nei paesi civili, da noi di civiltà non v’è traccia se non nei ruderi del passato. Adesso la Curia Vescovile si ritrova nella sua struttura un bel numero di cadaveri di gatto abbandonati tra le stesse mura abbandonate: degrado su degrado, nei secoli dei secoli, amen!. Ad aiutarci a capire chi possa esser il killer dei gatti, ci avrebbe aiutato Lillo il cane mascotte dei turisti, anche lui ucciso qualche anno fa a fucilate, Lillo ci avrebbe rivolto semplicemente una domanda: cui prodest?”. Il triste racconto della strage dei gatti di Sant’Agostino, pone anche il problema di cosa bisognerebbe fare per affrontare il problema dei gatti randagi. Su questo argomento anche a livello nazionale c’è un forte dibattito su quale siano le competenze degli anti locali.
Dalle numerose cause avviate da quanti hanno subito danni da animali randagi è ormai giurisprudenza consolidata che il comune deve attivare ogni utile procedura per la rimozione del pericolo opportunamente segnalando il fenomeno alla ASL territorialmente competente per gli adempimenti di sua competenza, in molte sentenze dei Giudici viene riportato: “l’intervento della ASL, che non ha un potere di controllo del territorio, per la cattura degli animali randagi deve essere sollecitato da chi ha tale potere ed è in grado di potenzialmente constatare l’insorgenza del pericolo”.