CANILE: SI È ARRIVATI AL RIDICOLO
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Valeria Sebastiani in
L'Opinione 29/10/2010 08:04:09
Canile della vergogna, canile dello scandalo, canile del ridicolo. Si, perché sulla vicenda canile si è arrivati al ridicolo. I tempi sono maturi per risolvere una volta per tutte la situazione impossibile e al limite della tollerabilità sia umana che canina, del Rifugio Speranza.
Il Rifugio nacque anni fa ad opera di alcuni volontari, ai quali il comune affittò un terreno privato per poter prestare cure ed accoglienza ai cani randagi del paese. La struttura non è mai stata a norma di legge, non esiste il rispetto delle più elementari norme sanitarie.
I volontari nonostante tutto non hanno mai abbandonato il loro “lavoro” sopperendo alle necessità con l'aiuto di alcuni sostenitori e benefattori, la dove i rimborsi spesa del Comune, per cibo e medicinali, scarseggiavano o tardavano ad arrivare. Il problema del canile c'è, esiste. Non si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia o a fingere che la necessità di una struttura nuova sia soltanto il capriccio dei volontari o dei tanti cinofili. Il comune, senza un canile, dovrebbe collocare i cani randagi nelle strutture di altri paesi limitrofi, con una spesa enorme per il mantenimento degli stessi.
Ora la questione si sta facendo sempre più spinosa. Il comune dispone di 75.000 euro accantonate in parte da fondi comunali, in parte provenienti dalla Regione Lazio. Il vecchio progetto del canile, disegnato dall’Ing. Rossetti all’epoca del commissariamento prefettizio, è stato ritenuto inadeguato dal nuovo ingegnere.
E’ stato redatto un nuovo progetto ch implica una spesa di 140.000 euro che il comune coprirà con la richiesta di un mutuo bancario. Un imprenditore tuscanese ha proposto di realizzare, sul terreno già individuato dall’amministrazione, un canile di ultima generazione, interamente coperto e realizzato in moduli prefabbricati, per una cifra di 75.000 euro, togliendo al comune l’onere del mutuo. La proposta sembra allettante e lo è in particolar modo per i volontari: in primis perché la struttura sarebbe pronta in dieci giorni e poi perché il progetto dell’imprenditore è più funzionale rispetto alle esigenze di chi si occupa degli animali. Il progetto è stato consegnato all’amministrazione comunale che ad oggi non si è ancora pronunciata in alcun senso.
Esasperati da un atteggiamento che definiscono, ostruzionistico, i volontari hanno scelto di scrivere al Prefetto di Viterbo per sollecitare chi di dovere. Una lettera che è stata spedita al sindaco e alla Asl. Si è scelto anche di chiamare Striscia la Notizia.
“Non riusciamo a comprendere perché l’amministrazione comunale si ostini a non pronunciarsi su un progetto che costerebbe la metà, che non graverebbe sulle tasche comunali e dei cittadini. Tale atteggiamento fa pensare che esistano motivi di natura diversa da quella economica, a noi ignoti. Il canile che ci è stato proposto dall’imprenditore privato è più adatto alle nostre esigenze rispetto a quello presentato dall’amministrazione comunale che nasconde problemi anche di natura sanitaria. Le costruzioni previste dal progetto comunale , dovrebbero essere realizzate in tufo, un materiale che offre habitat adatto alla zanzara causa della Leshmaniosi, malattia che ha afflitto molti dei nostri cani, piaga che ancora combattiamo.”
Valeria Sebastiani