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AMIANTO: RISCHIO OMISSIONE DI ATTI D’UFFICIO
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 10/11/2010 08:23:12
Le recenti dichiarazione dell’ex assessore all’ambiente Paolo Sensi, in merito al problema dell’amianto causato dalla tromba d’aria del 2007, possono innescare una pericolosa deriva giudiziaria. L’eternit contenete amianto non viene definito di per se pericoloso ma quando, come nel caso dei materiali dispersi dalla tromba d’aria, le lastre di eternit divengono friabili al tatto e iniziano a sfaldarsi, a causa dell’azione di agenti esterni come la pioggia o gli urti, è necessario e obbligatorio per legge rimuoverle.

L’eternit deteriorato sprigiona particelle e fibre di amianto, altamente dannose per la salute dei cittadini. Che le dichiarazioni di Paolo Sensi contenessero motivi di seria preoccupazione è stato recepito da molti cittadini. Tra questi in particolare gli utenti del sito toscanella.it, preso atto della denuncia dell’ex assessore all’ambiente, hanno deciso di inviare una petizione al sindaco e a tutti i consiglieri comunali.

Nella petizione viene chiesto di verificare il comportamento dell’ufficio tecnico non solo sull’amianto ma anche su altre questioni poste all’attenzione dei cittadini dallo stesso Sensi e dall’assessore all’urbanistica Maccarri. Quanto preoccupa di più rimane però il problema dell’amianto.

Quanto reso pubblico dall’ex delegato all’ambiente: “L’ufficio tecnico più volte sollecitato in via scritta sia dalla mia persona che dal dirigente provinciale non ha mai recepito la mia proposta ne tantomeno si è attivato per lo smaltimento di questo pericoloso materiale che ad oggi, come apprendo dall’esternazione dei cittadini, ancora permane nei siti colpiti dall’evento calamitoso”, potrebbe prefigurare il reato di omissioni di atti d’ufficio. Una pericolosa deriva giudiziaria che andrebbe evitata chiarendo al più presto la vicenda dell’amianto abbandonato.

L’amministrazione provinciale, stando alle dichiarazioni di Paolo Sensi, si è resa disponibile per completare l’opera di rimozione e smaltimento dei residui di eternit contenente amianto che sono state accatastate dai proprietari dei capannoni. I cittadini si domandano allora perché pur essendo trascorsi tre anni non si procede speditamente a quest’opera di bonifica.

Rimane comunque aperto il problema dell’amianto che risulta ancora disperso in mezzo ai campi anche in prossimità di immobili ad uso residenziale. In questo caso spetta alla Asl di disporre gli interventi previsti dalla legge.


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