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UN TURISTA NOTA UN IMPORTANTE TROMBA ETRUSCA PROVENIENTE DA TUSCANIA AL BRITISH MUSEUM
Pubblicato da Stefano Mattei in Nuovo Corriere Viterbese • 14/08/2010 03:59:53

La tromba etrusca
Particolare scoperta per un turista tuscanese che con sua grande sorpresa ha notato al celebre British Museum una tromba di bronzo proveniente dal paese d'origine.

“La tromba a forma di mezzaluna proviene da Tuscania- dicono Luigi e Osvaldo Salvatori- questo reperto che era da noi sconosciuto ed è molto somigliante alle trombe usate dai fenici e dai vichinghi e ciò potrebbe essere la prova che gli etruschi intrattenevano rapporti con le popolazione coeve che a quel tempo occupavano il nord ed il sud Europa. Inoltra tale reperto sottolinea l’importanza di Tuscania nel panorama etrusco di oggi e di ieri”.


Il cartellino di fronte alla teca - Traduzione: Tromba in bronzo etrusca, approssimativamente 400-200 a.c. da Tuscania, secondo Diodorus Siculus, furono gli etruschi che inventarono la tromba militare, e lo chiamò Tirreno (etrusco). Si usò a Roma dal 6 secolo AC ed era rinomata in Grecia dal 5 secolo AC.

Una “scoperta” certamente importante, che comunque lascia l'amaro in bocca ai tanti cittadini appassionati della storia del proprio paese e che spesso, come in questo caso, vedono importanti tesori, dei quali gli studiosi locali ignorano l'esistenza, in musei stranieri. E' infatti impressionante la mole di reperti che si trova all'estero, un elemento che di certo impoverisce il museo di Tuscania, che per l'importanza del paese doveva essere immensamente più ricco.

A farne le spese di conseguenza sono i cittadini, che perdono la possibilità di avere dai manufatti riscontri che possono dare preziose indicazioni sulle misteriose origini dei loro avi. Un grave problema, questo della dispersione dei reperti archeologici, per il quale i primi a dover fare autocritica sono gli stessi tuscanesi, dato che l'antica cultura dei “tombaroli”, è tuttora molto diffusa e ha portato nel tempo a un selvaggio e ignobile mercato di questi preziosi tesori, che vengono venduti spesso per un prezzo che non raggiungerà mai il loro reale valore storico e il significato della conoscenza che possono trasmettere.

Inoltre un altro vizio è l'egoismo, dei moltissimi che tengono a casa reperti impedendo al resto della popolazione di poterli apprezzare e agli storici di studiarli, ma per questa “colpa”, logicamente il “merito” va diviso tra la cittadinanza e le istituzioni verso le quali, spesso a ragione, continua a esserci una forte sfiducia considerando la scarsa valutazione e cura dei beni artistici.

Stefano Mattei


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