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DEMOLIZIONE DEL RISTORANTE LA PIAZZETTA LA TITOLARE IRINA ANTAL PASSA AL CONTRATTACCO
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 14/03/2010 18:47:28
Con una lettera a firma del legale di fiducia la titolare del ristorante La Piazzetta, che ha ricevuto dal comune l’ordine di demolizione della struttura in legno realizzata sul suolo pubblico nel parco Tor di Lavello, chiede un risarcimento danni di mezzo milione di euro. Nella lettera inviata al sindaco, facendo riferimento al ricorso pendente presso il TAR, sono evidenziate tutta una serie di atti posti in essere dall’amministrazione comunale che risultano in netto contrasto con l’ordine di demolizione.

Il legale della signora Irina Antal evidenzia ad esempio che contestualmente alla concessione del suolo pubblico è stata concessa l’autorizzazione per realizzare la struttura in legno e l’apertura sulle mura castellane di una porta d’accesso a questo locale. L’avvocato domanda quindi al sindaco: “Se la struttura veniva considerata irregolare, in quanto priva di concessione edilizia, allora la sottoscrizione della convenzione da parte del comune appare concretizzare un reato”.

Nella lettera viene anche smentito quanto riportato nel verbale dei carabinieri con il quale è stato disposto il sequestro del locale: “ Non è affatto vero che la struttura poggia su una base di cemento armato”. Questa evenienza è stata confermata anche dal legale che assiste il comune nel ricorso al TAR. I cinquecentomila euro di danni vengono richiesti anche per il mancato guadagno causato dal sequestro della struttura e dallo sviamento commerciale.

La titolare del ristorante La Piazzetta lamenta anche il diverso trattamento che viene riservato agli operatori del settore, perché ancora oggi dopo oltre due mesi dal sequestro della struttura sul parco Torre di Lavello, non gli è stata concessa la possibilità di operare nel suolo pubblico nella piazza antistante l’ingresso del locale, come invece è stato regolarmente autorizzato a molti altri operatori del centro storico.

Il documento inviato al sindaco sottolinea più volte le responsabilità dell’amministrazione comunale in tutto l’iter che ha portato alla realizzazione della struttura oggi oggetto di contenzioso: “Il comune ha concesso anche la trasformazione dal tensostruttura a struttura lignea sollevata ne ha approvato il progetto – si legge nel documento - ha concesso il nulla osta per l’apertura della porta nelle mura castellane e per finire i ripetuti sopralluoghi sull’opera in contestazione della Polizia Municipale, di cui abbiamo copia degli esiti, non hanno mai sollevato alcuna irregolarità”.


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