Malgrado discendiamo dall'impero romano che rappresenta il top dell'amministrazione, dell'organizzazione e del diritto, è ormai dalla notte dei tempi che noi italiani siamo in difficoltà a spiegarci, aldilà delle Alpi.
Mostriamo grossi problemi a proposito del nostro senso civico, della cultura politica e dello scarso attaccamento istituzionale. In fondo forse anche questo di fronte al mondo ci rende così ammalianti, così affascinanti e ricchi di glamour, così unici e invidiati; insomma quello che chiamano il "Belpaese".
Capire ed intendere come e perché noi italiani, ci facciamo governare da truffatori e delinquenti abituali, non è un mistero per gli stranieri ma anche per noi stessi. In special modo quando ministri, deputati, presidenti etc., sono recidivi loro e recidive le loro famiglie e i loro padri, ripetutamente svergognati e condannati.
Ma si sa, una volta rotto il ghiaccio. Eletti che con gli avvisi di garanzia hanno la medesima familiarità che con i cugini, ladri spudorati e ripetenti al punto grottesco di dichiararsi "prigionieri politici". Una degenerazione, una putrefazione totale della "res pubblica".
Forse è colpa della nostra atavica furbizia che ci fa comportare così, quella furbizia che ci ha permesso quasi di oscurare la più grande delle "volpi" della leggenda, Ulisse odisseo.
Quella tanto ostentata ed incrollabile dote, da portarci forse fino al suicidio, se in dose eccessiva. Per il momento aspettiamoci Calisto Tanzi senatore a vita e come presidente rai Piersilvio Berlusconi o la moglie di Bocchino. Rammentando i fasti del popolo che fu di santi, poeti e navigatori e che ora appare solo come quello dei truffatori.
LUIGI CARDARELLI