In pochi credevano a questa escalation così rapida e violenta, tra il Gianfri e Silvio.Improvvisa come la pioggia del monsone dopo mesi di secca, come le alte fiamme sulle stoppie arse del grano, come benzina sul fuoco.
Citando il cinema western un duello da "mezzogiono di fuoco" o da "sfida all'ok corral", ma taluni dotti potrebbero ricordare la guerra civile romana fra Cesare e Pompeo.
Eppure in questa resa dei conti finale, di contrasti in strategia politica ve n'è poca, la lotta ancora una volta è per il potere. Uno scontro alimentato sotto sotto, magari dalle seconde file o "pretoriani", quelli che potrebbero ottenere subito dei benefits politico-economici.Non è affatto, come sosterrà qualcuno, la lotta del Silvio populista e diretto contro il Gianfranco oligarca, istituzionale e politicamente "correct".
Sicuramente Fini,puntiglioso e calcolatore, avrà fuori del pdl uno o più "cavalieri bianchi", in grado di soccorrerlo in caso di elezioni. Mi sembra proprio, secondo Julius Evola, che chiusa la civiltà della tradizione e dell'"essere", ormai contano solo convenienza e interessi, la fiction ed il divenire, la celebrazione mediatica,il puro "dominio estetico".
Spesso vince chi appare di più. Invece che grandi epopee storiche viene da ricordare il film "la guerra dei Roses" con Katlhleen Turner e Michael Douglas. Due coniugi ricchi e divorziati che lottano ferocemente per il possesso della loro bella casa(pdl); lottano brutalmente fino ad uccidersi insieme. Fino ad uccidersi entrambi.........
Luigi Cardarelli