Come ogni anno, quando arrivano le feste natalizie, a Tuscania iniziano le polemiche sullo stile disomogeneo e in particolare sulla qualità delle luci di ornamento di strade e negozi.
Nell'ultimo consiglio comunale l'assessore alla cultura Giovanna Perugini, interrogata sulla questione dal consigliere di minoranza Leopoldo Liberati a causa delle diverse lamentele della popolazione, è stata molto chiara e decisa.
“Sono molto tranquilla su questo- dice- abbiamo cercato di sensibilizzare i commercianti a comprare le luminarie. Quello che volevamo era uno sforzo congiunto tra noi e loro per fare un progetto serio che, da qui a tre anni 3 anni, ci potrebbe permettere di avere un' illuminazione omogenea e valida. La proposta è stata fatta e comunque le luci che ci sono adesso non sono certo di bassa qualità, ma ognuno vuole fare come crede, quindi questo è il risultato. Noi come amministrazione abbiamo fatto il possibile”.
Tono molto deciso quello dell'assessore alla cultura che quindi pone l'accento sull'atteggiamento di certi commercianti, ma promette di non rinunciare nel suo intento.
“La maggior parte degli esercizi non ha partecipato alla nostra proposta- conclude- e non possono dire che l'invito non gli è stato recapitato, perché è stato mandato a tutti, come ha ribadito anche il sindaco, quindi si possono dare colpe all'amministrazione. In altri paesi ci sono addobbi fatti bene anche perché sono i commercianti stessi ad auto-tassarsi, questo non può che portare dei vantaggi anche a loro. Lo scorso anno ho tolto soldi dal bilancio personale, considerando anche che le luminarie con la cultura non c'entrano molto, quest'anno i soldi non ci sono, ma serviva comunque uno sforzo comune. Finché Tuscania non ragionerà da comunità, non riusciremo a fare cose buone. A nome dell'amministrazione ringrazio ugualmente coloro, in particolare i commercianti giovani, che hanno compreso la situazione e sono stati propositivi, questo è l'atteggiamento che serve. Noi, nonostante tutto, non ci arrendiamo e il prossimo anno ci riproveremo ancora”.
Stefano Mattei