CARTIERA: DIRIGENZA E LAVORATORI CHIARISCONO LE POSIZIONI
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Stefano Mattei in
Nuovo Corriere Viterbese 14/01/2010 18:36:44
Le dichiarazioni di ieri della Zharikova che hanno fatto seguito a quelle dure dei sindacati dei giorni precedenti, hanno spostato tutte le discussioni sul futuro della “cartiera” alla riunione di lunedì scorso. La dirigenza con la sua insistenza nel richiedere il verbale che dovrebbe “certificare” la propria presenza al tavolo delle trattative, quindi la propria disponibilità, ha chiamato in ballo il comune nel suo ruolo di mediatore.
Di contrasto, come ha precisato il vicesindaco Staccini, “le divergenze tra le parti sono state verbali”, quindi questa “lite” non dovrebbe essere certificata da alcun documento, ma presente solo nella memoria personale dei sindacati e della dirigenza stessa, cosa che potrebbe scontentare la Zharikova.
Intanto, con un intervento sul forum di Toscanella, a seguito di un articolo apparso su questo quotidiano, gli operai licenziati precisano che la loro rabbia non è verso il curatore fallimentare. “Non abbiamo e non possiamo aver nulla da ridire contro il curatore Dott. Puri- dicono – anzi cogliamo l' occasione per ringraziarlo nuovamente per la sua disponibilità a risolvere i "guasti" in cartiera”.
Questa dichiarazione pare sottolineare indirettamente “la relatività” espressa verso i “guasti” che hanno causato la chiusura e durante i quali gli operai non hanno visto una reale volontà di riparazione. “Un azienda che ha il nostro fatturato- ha detto uno di loro – poteva ripararli”. Per una conclusione logica, escludendo Puri, la sfiducia delle maestranze, sembra dirigersi quindi proprio contro chi è affidata la dirigenza cioè verso la Zharikova. La complessità della vicenda impone comunque una certa cautela nell'analisi, considerando che alcuni operai che non hanno sostenuto lo sciopero sembra abbiano ricevuto le mensilità arretrate.
Inoltre pare che sia stato presentato anche un terzo sindacato oltre la Cgil e Cisl rispettivamente rappresentate da Miranda Perinelli e Fortunato Mannino. Questa mancanza di chiarezza nelle notizie, spesso “per sentito dire”, complicate in un groviglio di relazioni personali è una diretta conseguenza delle riunioni a porte chiuse che a detta di quasi tutti gli interessati e a vantaggio della comprensione dei cittadini devono essere modificate. Allo stato attuale la certezza è che il gruppo principale degli operai rimane comunque favorevole allo sciopero.
“Penso sia la cosa più giusta - dice uno degli operai - dopo la dichiarazione dei sindacati di voler portare la questione davanti al giudice – altrimenti il nostro sciopero non avrebbe significato”. Al di là dei dubbi sulla riunione di lunedì e le diverse relazioni difficili, quello che fa riflettere l'opinione pubblica è il destino delle molte famiglie del paese che con i licenziamenti in atto si troveranno senza le necessarie fonti di sostentamento, ma anche il destino della fabbrica che con un atteggiamento “rigido” da parte dei sindacati potrebbe essere compromesso.
Stefano Mattei