DON MATTEO VICE PARROCO DEL SACRO CUORE
VESCOVO DI NAMIBE IN ANGOLA DAL 2008
È MORTO A LUANDA SABATO SCORSO IN UN INCIDENTE D’AUTOQuel prete “pacioccone” che gli scout amavano chiamare Balù perché rassomigliava proprio ad un orsetto buono, dolce e coccolone, sempre sorridente e pronto a raccontare dell’Africa suo paese natale, è morto sabato scorso in un incidente d’auto.
Lo scorso mese di settembre era tornato per pochi giorni a Tuscania ed aveva avuto modo di salutare la comunità, svolgendo l’omelia in occasione della processione della Madonna Addolorata. Un prete mite ma colto, tanto preparato e capace ad evangelizzare che nel mese di giugno 2009 è stato nominato Vescovo di Namibe dal papa Benedetto XVI. Padre Mateus Feliciano Tomas, Don Matteo per quelli che lo hanno conosciuto all’opera nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, al fianco del parroco Don Giuseppe Vittorangeli, è tornato alla casa del Padre, a soli cinquantadue anni mentre era impegnato giorno e notte nella sua attività apostolica in Angola.
L’incidente mortale è avvenuto mentre Don Matteo si recava nella città di Chongoroi nella provincia di Benguela, secondo le testimonianze locali, non è riuscito ad evitare una mandria di mucche che all’improvviso dal bosco hanno attraversato la strada. Il vescovo era di ritorno, dopo aver partecipato a Namibe nella provincia di Huambo, all’ apertura della sesta riunione della comunità di laici e delle famiglie.
La scorsa settimana a Luanda, Don Matteo in qualità di presidente dei vescovi aveva presieduto l’ Assemblea Generale dei Vescovi della Conferenza Episcopale di Angola e São Tomé. L’attività di Don Matteo a Tuscania è stata rivolta anche all’aiuto Missionario. Ancora oggi molte famiglie, organizzate dalla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, sono impegnate a sostenere alcuni dei progetti missionari avviati da Don Matteo.
Appena si è diffusa la notizia della morte del Vescovo di Namibia molti a Tuscania non hanno potuto trattenere le lacrime. “Un prete di una bontà ed una mitezza unica, sempre pronto a testimoniare l’amore e la concordia che dovrebbero caratterizzare tutti noi cristiani – affermano in molti – la sua presenza a Tuscania non è passata inosservata a nessuno. Giovane in mezzo ai giovani, efficace predicatore e straordinario confessore”.
Don Matteo dopo aver lasciato Tuscania per tornare al suo paese ha lavorato per diversi anni nella provincia di Huambo, come cancelliere e professore nel Seminario di Cristo Re.