I VULNUS
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Luigi Cardarelli 05/06/2010 06:37:05
Malgrado la crisi internazionale, non tira proprio nessuna aria di cambiamento, ma proprio nessuna; tante chiacchere inutili, come sempre.Fini e Napolitano, ma non solo, continuano incessantemente ad elogiare la costituzione, dimenticando o bypassando il fatto che è proprio lì il vulnus più grande.Vale a dire l'assenza del vincolo di mandato per un parlamentare eletto dal popolo, il quale una volta presi i voti ne risponde solo ed esclusivamente alla propria "coscienza".
Già, e se uno la coscienza poi la dimentica, o la perde strada facendo, o addirittura qualcuno gliela compra?Il cambiamento della legge elettorale del 2006, il "porcellum", ha ancor più acuito questo problema; con l'eliminazione del collegio maggioritario , si è definitivamente rotto il cordone ombelicale che univa eletti ed elettori.
Alla faccia del tanto auspicato federalismo, il sistema politico è sempre di più "romanocentrico", con i nominati che dipendono "obtorto collo" dalle segreterie dei partiti e dai capicorrente.
Non è un semplice problema tecnicistico, ma la differenza sovrana che passa tra una ridicola democrazia puramente rappresentativa, come la nostra, ed una democrazia diretta.
Un sistema elettorale dove il popolo non solo è una entità che preme o scrive in cabina, ma l'attore principale che anche dopo le elezioni, mantiene una forma di controllo e di deterrente sui propri eletti.
Il risultato visibile e risibile di questa mancanza di regole certe, è sotto gli occhi di generazioni; la trasversalità e la trasmigrazione da una forza politica all'altra, sono la regola ormai universale.
Con il tipico risultato, che tra il mandato svolto dal deputato e le sue promesse elettorali, la differenza è abissale.
Il sommo ed esclusivo privilegio della casta , nasce espressamente da qui.
Ad un ceto politico stranumeroso e strapagato, si concede anche assoluta liberalità e discrezionalità in termini di "iter" parlamentare.
L'onorevole, una volta a Montecitorio,può fare assolutamente quello che gli fa comodo. Nessuno, ma proprio nessuno, che cerchi di incidere sui problemi veri e di cambiare in meglio le regole e l'etica pubblica. Tante frasi di circostanza, solo discorsi retorici, solo commemorazioni vecchie e stantie.
Se qualcuno propone un piccolo mutamento è per trarne benefici e vantaggi, per elevarsi a cariche superiori.
Bisogna riconoscerlo, dai tempi di Francesco Cossiga "il picconatore", non abbiamo più un uomo che almeno presenti al paese, qualche misera idea per riformare veramente lo Stato.
LUIGI CARDARELLI