LA SENTENZA DEL GIUDICE DEL LAVORO SANCISCE LA VITTORIA DEI LAVORATORI LICENZIATI DELLA CARTIERA
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Stefano Mattei in
Nuovo Corriere Viterbese 09/04/2010 07:46:26
L'estenuate vicenda cartiera, che in questi mesi ha tenuto in bilico l'opinione pubblica sulle sorti dei lavoratori e delle loro famiglie rimaste prive di sostentamento, si conclude con la decisione del giudice del lavoro che sancisce la vittoria degli scioperanti licenziati e condanna l'azienda. Come si legge nella sentenza “va ritenuta la legittimità dello sciopero dei lavoratori.
Conseguentemente illegittima per assenza di giusta causa deve per contro ritenersi il licenziamento decretato in data 23 dicembre 2009 e ciò alla luce di quanto previsto dall'articolo 15 della legge 300/70”. Inoltre il giudice ordina di “reintegrare tutti i lavoratori licenziati alle precedenti mansioni con conseguente obbligo di versamento delle retribuzioni. Condanna inoltre la Cartiera Srl al pagamento delle spese della presente fase di giudizio”.
La vittoria delle maestranze sembra completa in tutti i punti delle loro rivendicazioni quindi in primo luogo il ritorno al lavoro, il pagamento delle mensilità arretrate, inoltre il peso delle spese legali del processo è a carico della dirigenza.
Oltre queste ripercussioni “pratiche”, certamente fondamentali per il futuro dell'azienda e delle tante famiglie coinvolte, la chiave della sentenza è stata la costituzionalità delle sciopero stesso, quindi questa vicenda ha anche ripercussioni ideologiche più ampie.
“E' da escludere che il preavviso- continua la sentenza- o l'annuncio dello sciopero, costituisca una condizione di legittimità e del diritto in se allo sciopero”. E ancora “il fatto che lo sciopero arrechi danno al datore di lavoro impedendo la produzione dell'azienda è connaturato alla funzione di autotutela coattiva propria dello sciopero stesso”.
Quindi le “scuse” utilizzate dalla dirigenza per coprire i licenziamenti sono state considerate dal giudice, contrarie all'essenza dello sciopero stesso. Un esito diverso di questa sentenza, anche se il nostro sistema giuridico è differente da quello americano, dove i procedimenti possono influenzare direttamente quelli futuri, certamente avrebbe minato le basi di un diritto per il quale molte persone hanno combattuto e che è alla base della nostra società.
Stefano Mattei