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E NEMMENO SI VERGOGNANO - ALZHEIMER, INTERVIENE DURO MICHELE BONATESTA
Pubblicato da latuavoce.it in Articoli Toscanella • 06/09/2010 19:40:03
Picchia duro Michele Bonatesta dalla testata web "latuavoce.it" - Potete vedere l'articolo a questo indirizzo: http://www.latuavoce.it/notizie/notizia.asp?id=28540



Sla, Alzheimer e distrofia: prime speranze di cura.
Passi avanti da tre nuovi studi, due con italiani.

Era questo il titolo, venerdì 3 settembre scorso, con il quale Il Messaggero, in cronaca nazionale (pag. 11 ), dava notizia del risultato eccezionale di alcuni ricercatori, un risultato in grado di accendere concrete speranze in quanti da tempo aspettano il ‘ miracolo ‘ della scienza e della medicina in grado di contrastare ‘ anche ‘ la loro infermità specifica.

La Sclerosi laterale multipla, l’Azheimer e la Distrofia , infatti, sono tre malattie che in Italia hanno colpito una percentuale molto alta della popolazione: 5.000 sono i malati di Sla, altri 5.000 quelli colpiti da distrofia, ben… 500.000 quelli che soffrono di Alzheimer.



“ Tre malattie diverse – scriveva mercoledì scorso, su Il Messaggero, Valentina Arcovio – ma ugualmente incurabili a cui la ricerca sta cercando di dare una risposta.

Ora tre nuovi studi, di cui due a partecipazione italiana, fanno ben sperare per il futuro di migliaia di malati in tutti il mondo.

Lo studio sulla Sla – spiegava la giornalista del quotidiano romano – ha permesso di identificare un gene chiave nello sviluppo della sua forma sporadica, quella che colpisce il 90 per cento dei pazienti… “.

E poi, più oltre:
“… Lo studio sulla distrofia muscolare di Duchenne ha invece permesso di smascherare il comportamento subdolo della distrofina, una proteina che manca nei malati… “.

E, infine:
“… Del tutto inaspettati i risultati del terzo studio condotto dalla Rockefeller University di New York e pubblicato sulla rivista Nature.

Un farmaco che ha salvato molte vite dai tumori, il Gleevec, sembra in grado di inibire la formazione di quei velenosi ammassi proteici, le placche beta-amiloidi, che invadono il cervello dei pazienti affetti dall’Alzheimer.

La scoperta, firmata dal nobel per la medicina Paul Greengard, potrebbe aprire la strada a una classe di farmaci efficace contro l’Alzheimer “.


Già, l’Alzheimer.

Quello che, abbiamo detto, in Italia ha colpito non meno di 500.000 persone, uomini e donne.



Cinquecentomila malati che vivono nel vuoto assoluto circostante, deboli ed indifesi ancora più che non i bambini, pressoché impossibili a governare ed accudire in famiglia, pressoché impossibile da affidare a strutture pubbliche stante l’assoluta inadeguatezza numerica di quelle esistenti.

Ecco perché la ricerca se ne occupa.

Ecco perché, quando si accende, la fiammella della speranza riesce a fare luce ancor più delle tante altre fiammelle che possono accendersi per i tanti altri ugualmente colpiti da altre malattie fortemente invalidanti.

L’Alzheimer.

Quello per il quale ci risulta esistere un solo centro di ricerca in tutta Italia ed ecco perché non ci si deve meravigliare se eventuali passi in avanti la ricerca, in questo campo, nel nostro Paese non riesce a farne.

Un solo centro di ricerca, al nord se ricordiamo bene, anche se oggi avrebbero potuto essercene due: il secondo nel Viterbese, per la precisione a Tuscania.

Già: il Centro di Cura e Ricerca per l’Alzheimer di Tuscania per il quale erano stati stanziati anche i soldi.

Tre milioni di euro tondi tondi, circa sei miliardi delle vecchie lire, fatti ‘ stornare ‘ da chi scrive da una Finanziaria anche allora ‘ lacrime e sangue ‘, quando sedeva al Senato della Repubblica Italiana, oltre cinque anni fa.

Una cifra non indifferente – dunque - per la realizzazione che si sarebbe dovuta fare.

Una somma che avrebbe permesso di partire – una volta tanto – con il piede giusto, senza affanni di tipo economico e senza dovere ‘ risparmiare ‘ sulla qualità delle strutture e dei macchinari.

C’era già anche il primario in grado di avviare e fare funzionare il Centro:
Il professor Bornacin, se non ricordiamo male.

C’era tutto ma… già allora quello che mancò fu una classe politica ed amministrativa in grado di proseguire il progetto che noi avevamo finanziato .

A cominciare dalla Regione Lazio per continuare con l’amministrazione comunale di Tuscania e l’Ater di Viterbo: un incredibile scatenarsi di interessi ( politici e non ) incrociati e contrastanti ai quali non riuscì a sottrarsi nemmeno la Curia viterbese.

Che vergogna !

I malati di Alzheimer che ancora oggi soffrono e le famiglie che ancora oggi non riescono ad avere risposte concrete ai loro problemi, per quello che riguarda il Viterbese possono e devono ringraziare i politici e gli amministratori dell’epoca, di tutti i partiti ( di destra, di centro e di sinistra).

Politici ed amministratori ( di centro, di destra e di sinistra) che per la quasi totalità sono gli stessi che ci sono ancora oggi.

Quelli che amministrano, quelli che promettono, quelli che si battono il petto, quelli che tagliamo i nastri, quelli che fingono di avere a cuore i problemi della gente, quelli che dicono di avere nel cuore la gente che soffre.



Quelli che – diciamo noi – il primo pensiero che hanno è, invece, la cura della propria poltrona, la ricerca di una poltrona migliore se quella posseduta non soddisfa più, la filosofia del ‘ io speriamo che me la cavo ‘, quelli ai quali interessa solo la fine del mese, quando arriva lo stipendio.

E non si vergognano.

Non solo in tutti questi anni non hanno fatto nulla di importante per il territorio ( se se qualcuno ritiene di dover essere escluso, ci elenchi i suoi meriti e noi chiederemo pubblicamente scusa) ma non sono stati nemmeno capaci di spendere i soldi che altri ( noi, per esempio) avevano portato al territorio.

I 3.000.000 di euro ( circa sei miliardi delle vecchie lire ) per il Centro di Cura e Ricerca per l’Alzheimer di Tuscania.

Quello che sarebbe stato il secondo in tutta Italia.

Quello che avrebbe fatto sì che il Lazio si ponesse tra le regioni più avanzate dal punto di vista di una sanità di qualità.

Quello che avrebbe messo la sanità viterbese e la Tuscia al centro dell’interesse della ricerca nel campo sanitario, con tutti gli effetti indotti che facilmente si possono immaginare.

Ma nessuno si vergogna per il ‘ treno ‘ che è stato perso.

Nessun politico e nessun amministratore né di destra né di centro né di sinistra.

E dire che – allora – c’erano tutti quelli che ci sono oggi ( di destra, di centro, di sinistra).

In Parlamento, alla Regione Lazio, in Provincia, al Comune di Tuscania.

E nemmeno si vergognano, dicevamo.

A cominciare dal sindaco di Tuscania, Natali.



Per continuare con altri ancora che oggi siedono in consiglio comunale.

Gli stessi che facevano fulmini e saette dall’opposizione quando erano all’opposizione ma che oggi che hanno ‘ il potere ‘ non balbettano nemmeno.

E già: l’Alzheimer colpisce proprio la memoria.

Per questo, forse, non ricordano.

Per questo, forse, non si vergognano.

Per questo, forse, non hanno nemmeno l’onestà politica ed intellettuale di dimettersi.


A cominciare dal sindaco Natali, in prima linea quando si litigava con chi ( pur avendone la possibilità) non mandava avanti il progetto per il Centro di Cura e Ricerca per l’Alzheimer di Tuscania , quello che sarebbe stato il secondo in tutta Italia.

A cominciare dal sindaco Natali e da tutti quegli altri ‘ politici ‘ che all’epoca non si sottrassero ai flash della gratitudine pubblica per quei tre milioni di euro che altri, non loro, avevano portato a Viterbo.

Non si dimettono e… nemmeno si vergognano.

Mentre quei sei miliardi di vecchie lire in tutti questi anni hanno perso gran parte del loro potere di acquisto ed oggi potranno servire ( ammesso che qualcuno li spenda) solo a fare qualche nuovo carrozzone per qualche barone o baronetto, a fare battere cassa a qualche amico dei soliti amici che si occupano di mattoni, a fare ingrossare il portafoglio a chi per sanità intende solo quella buona a ‘ curare ‘ i propri interessi.

E… nemmeno si vergognano !!!

6 settembre 2010


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