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I CANI E IL TRAFFICO
Pubblicato da Anonimo Veneziano in Articoli Toscanella • 17/07/2010 10:32:43
Scorrendo toscanellapuntoit, ho letto articoli che riguardano il Canile Rifugio Speranza. Ultimamente poi ho letto che i volontari si appellano non so a quale santo, perché questo canile sia, finalmente!, costruito per alloggiare i poveri cani. E se ciò non accadrà, come extrema ratio, saranno costretti a portare tutti i cani in piazza del Comune per inscenare una manifestazione che convinca l’Amministrazione a prendersi carico del problema.

Se le cose stanno a questo punto penso che la faccenda sia seria. Però io dico che il problema a ben guardare non esiste, o esiste per modo di dire, e per una ragione semplicissima: a Tuscania il canile già c’è. Perché Tuscania è già tutto un canile, un canile “urbano”, che si dilata sia dentro sia fuori il Centro storico. Infatti provate ad andare a fare la spesa a piedi o una passeggiata, oppure una corsetta di buon mattino dove volete e vi accorgerete che non sto dicendo delle panzanate.

Dietro ogni cancello, sopra ogni balcone, affacciato alle finestre c’è un cane. E mentre voi camminate o passeggiate, con la mente chissà dove o ascoltando nelle cuffie la Messa da requiem di Verdi, oppure fate il footing in calzoncini e maglietta con la bocca aperta verso il cielo per ingoiar tafani, appena rasentate il cancello o passate sotto un balcone, così, all’improvviso, siete rintontiti dall’abbaiare feroce e continuo d’un cane che sembra voler spaccare le sbarre della cancellata per azzannarvi. E non avvenga che siate stati infartuati, o che soffriate di cuore, perché allora la cosa si fa seria: procurate che l’autoambulanza di Rosetta vi venga piano piano dietro. Ne va della vostra vita.

Ma poi se ci fosse solo un cane dietro i cancelli, poco male, il più delle volte ci sono due, tre o quattro, e allora l’abbaiare che vi investe, vi rintrona. E c’è di più: provate a passare davanti ai cancelli con il vostro cane al guinzaglio, se ce ne avete uno e lo portate a spasso per fargli sgranchire le zampe o per permettergli di fare altre cose, allora l’abbaiare diventa un’apocalisse; l’abbaiare di Cerbero che, all’ingresso dell’Inferno di Dante, con tre teste caninamente latra, potrebbe paragonarsi al preludio della Traviata di Verdi.


Tuscania, canile urbano. Se poi non vi bastano - per dimostrarvi che è così! - i latrati ringhiosi che vi interrompono la passeggiata o la corsetta, guardate in terra quando camminate nelle strade e nei vicoli, soprattutto del Centro Storico; vi accorgerete che le strade sono lardellate da escrementi multiformi e multicolori per cui è opportuno, se ancora non lo fate, che vi armiate di raschino in modo da togliere subito quel bendiddio che vi si è attaccato alle suole delle scarpe, se non volete puzzare come un caprone. Certo è da lodare la buona volontà dei cinofili che si interessano del Rifugio Speranza, però, detto con estrema franchezza, e sperando che ciò che dico sia preso nel giusto verso, vorrei sapere perché un cane malato e irrecuperabile non può essere abbattuto.

Ho letto su un giornale, e in prima pagina, che il sindaco (mi sembra) di Vitorchiano si trova a dover scegliere se destinare una certa somma per i cani o per i vecchi del paese. Ma contano più i cani delle persone? o meglio, cani e persone sono sullo stesso piano? Negli anni andati ricordo che a Tuscania c’era l’accalappiacani, il quale, accallappiati i cani randagi, li portava al canile e dopo cinque giorni, entro i quali non si era presentato il padrone a riprendersi il cane, dopo aver pagato la penale, i cani venivano abbattuti. C’era meno umanità nel passato? Non credo. Basta seguire un qualsiasi telegiornale per renderci conto a che livello è l’umanità di oggi!


Oggi – e non mi venite a dire che non è vero! - tenere un cane è diventata una moda. Per fortuna però che la taglia del cane è inversamente proporzionale alla moda della taglia delle macchine. Altrimenti c’era da ridere, anzi da piangere! Infatti i cani sono sempre più piccoli, e le macchine, (la faccenda è sotto gli occhi di tutti!) sono sempre più grosse, imponenti, maestose e credo che tra qualche anno, se non ci sarà un’inversione di tendenza per la crisi economica, vedremo le brave massaie andare a fare la spesa al supermercato con l’autoarticolato, detto dai tuscanesi, volgarmente, “Billico”.


E con questo accostamento cani-macchine, vorrei fare alcune osservazioni su un altro problema che spesso viene dibattuto su toscanellapuntoit: l’indisciplina degli automobilisti. Leggo infatti, spesso, le lamentele di alcuni cittadini per il caos che regna a Tuscania nella circolazione e nel parcheggio selvaggio delle macchine degli indisciplinati. I quali, in barba ad ogni senso di educazione, civile e stradale, se ne infischiano dei divieti, che pure ci sono.
Io una proposta ce l’avrei per risolvere la faccenda. Peregrina, un po’ strana, apparentemente assurda, ma pure credo che, forse, potrebbe risolvere la situazione.


Il nostro sindaco dovrebbe chiamare altre guardie di rincalzo alle nostre, falcidiate nel loro organico e oberate di lavoro, e precisamente dovrebbe chiamare le guardie svizzere. Avete capito bene, dovrebbe chiamare le guardie svizzere. E per due motivi. Il primo è che da secoli le guardie svizzere, come raccontano le cronache, hanno dato prova di una abissale fedeltà.

La loro disponibilità, è cieca, pronta, assoluta, anzi, come celebra il loro statuto, è perinde ac cadaver. E poi, il secondo motivo, senza dubbio più importante del primo, è che un plotone di guardie svizzere sarebbe un richiamo potentissimo per il turismo nella nostra città. Ve l’immaginate le guardie svizzere con quel vestito multicolore da circo Orfei e con il morione che gli svetta sul capo come la cupola di San Pietro, aggirarsi in Piazza Italia a fare le multe? oppure ve li immaginate le guardie svizzere a spaccare le gomme con l’alabarda agli indisciplinati, che alla faccia di ogni più elementare educazione stradale, stazionano la macchina davanti al Bar di Neno in Via Canino, intasando la via?

Sarebbero un richiamo potente per gli stranieri e non per gli stranieri soltanto. E gli affari, nella stanca economia cittadina, prenderebbero l’aire: per gli alberghi, i ristoranti, le trattorie, le pizzerie, i bar, i negozi, il nocchiaro e anche per gli empori dei cinesi sarebbe una vera pacchia. Per ottenere, però, la trasferta di un plotone di guardie svizzere da Roma a Tuscania ci vorrebbe che il Sindaco, o qualche altro della Amministrazione, avesse qualche stretta conoscenza nelle alte sfere al di là del Tevere, e il problema sono sicuro che verrebbe immediatamente risolto se “la stretta conoscenza” al di là del Tevere fosse vestito di bianco.
Io credo che una cosa del genere sarebbe possibile! Tentare non nuoce!


Anonimo Veneziano (lettera firmata)


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