Una sorpresa che nessuno si aspettava. Alla Pace tornano alla luce resti di costruzioni medioevali. Ieri mattina alcuni operai del Comune sono giunti in via del Rivellino per ripristinare la rete fognaria che da tempo creava problemi agli abitanti della zona. Con loro un assistente della Soprintendenza ai beni archeologici dell’Etruria Meridionale.
Individuato il problema idraulico è iniziato il lavoro di scavo: una fossa di almeno 6 metri di profondità. Appena pochi metri sotto il livello stradale, sono venuti alla luce resti di antiche mura che ad una prima analisi visiva si può affermare essere medioevali.
Tra la terra smossa dalla scavatrice, numerosi i frammenti ceramici tra i quali un orlo di piatto in ceramica decorata di pregevole fattura. Ripresi i lavori, in profondità, oltre al reperimento di ulteriori frammenti sono state rinvenute tracce più recenti della presenza umana. Sacchetti di plastica a conferma dell’ ipotesi che alcuni fossero già a conoscenza dei resti medioevali: del resto, quando venero effettuati i lavori per la costruzione della rete fognaria della zona, non avrebbero potuto passare inosservati. Allora si decise di ricoprirli.
Niente di scandaloso in questo, se si pensa che fino a pochi anni fa il materiale medioevale veniva considerato di scarsa importanza ed aveva un basso valore perfino nel fiorente mercato clandestino. Con il terremoto del 1971 in paese si assistette al fenomeno dei così detti " cercatori di butti". I "butti" medioevali erano dei parenti prossimi delle attuali discariche. Al piano terra delle abitazioni venivano scavati dei fossi, profondi decine di metri, dove venivano gettati i resti dei pasti e tutti gli altri rifiuti immaginabili.
Nei butti è stato possibile rinvenire non solo utensili ormai danneggiati ma anche oggetti di valore, ceramiche ed altro, nuovi che venivano buttati via soprattutto durante le epidemie di peste ,per evitare il contatto con qualsivoglia oggetto sospetto di essere portatore della terribile malattia. E di butti nella zona in di via del Rivellino, negli anni passati, ne sono stati scavati e numerosi sono stati i ritrovamenti.
Questo angolo di Tuscania all’estremo confine del centro storico, continua a regalare ai tuscanesi testimonianze del passato della città. Sempre dopo il terremoto, durante i lavori di restauro, fu rinvenuto l’ormai famoso tratto della via Clodia; lo scorso anno, i lavori di ampliamento di un abitazione privata portarono alla luce un arco d’accesso ad un cunicolo, un passaggio, probabilmente appartenente all’antico monastero; oggi i resti di costruzioni medioevali.
Il muro rinvenuto all’interno del parco Marrè, nelle immediate adiacenze del muro di cinta che lo divide da via del Rivellino e a pochi passi dalla chiesa di S.Leonardo, probabilmente verrà ricoperto ma questa volta sarà prima oggetto di studio.