CRISI DELL’AGRICOLTURA LA STRATEGIA POSSIBILE DI CARLO MORELLI
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 02/04/2010 08:07:36
Un interessantissimo contributo al dibattito sulla possibilità di uscire dalla crisi del settore portente dell’economia tuscanese, l’agricoltura, è stato elaborato da Carlo Morelli. L’analisi e le proposte elaborate da Morelli sono state discusse e pubblicate dal Masci di Tuscania.
Carlo Morelli, operatore del settore e direttore della più importante azienda agricola presente nel territorio dell’ Alta Tuscia chiede alle istituzioni e alle imprese di ripensare l’idea stessa del comparto: “ Si rende necessario disegnare un nuovo progetto di agricoltura – afferma Carlo Morelli - con interventi per gestire al meglio le risorse naturali, a partire da un piano nazionale per la tutela e il risanamento idrogeologico.
Gli effetti di questa problematica sono oramai evidenti sulle nostre aziende agricole: non siamo in grado di ipotizzare una ripesa della cerealicoltura, da anni settore portante;le coltivazioni del tabacco e del pomodoro stanno dando dei segnali di cedimento, considerando anche la sicura sospensione dell’aiuto comunitario per la produzione del pomodoro e l’inadeguatezza per quello destinato a sostenere il tabacco .L’olivicoltura e la viticoltura stanno soffrendo di prezzi di produzione notevolmente inferiori ai costi. L’allevamento bovino, da latte e da carne, non gode di buona salute, sempre in correlazione alla forte contrazione dei prezzi all’origine.
Ci troviamo quindi in una fase in cui i comparti delle produzioni agricole locali non producono reddito, con un conseguente impoverimento dell’imprenditore e riduzione della richiesta di tutti i fattori della produzione compresa la manodopera .Necessitano nell’immediato urgenti misure di sostegno che permettano all’imprenditore di non indebitarsi oltre il limite”. La proposta per rilanciare l’economia locale punta sulla produzione dell’energia. “Il territorio di Tuscania potrebbe diventare un polo energetico nel quale l’esigenza di un utilizzo responsabile delle risorse si può sposare con un modello di sviluppo compatibile con il nostro territorio.
Si può ipotizzare la realizzazione di un digestore per la produzione di biogas nel quale immettere produzioni agricole locali di vario genere, con conseguente produzione di energia elettrica associata alla produzione di calore che potrebbe riscaldare una piscina o gli istituti scolastici e gli uffici pubblici; si potrebbe inoltre realizzare una centrale termica con cogeneratore alimentata con cippato di legno prodotto nel nostro territorio, destinata a riscaldare con un impianto di teleriscaldamento le nostre case, iniziando magari dalle zone di nuova urbanizzazione, con energia elettrica prodotta e immessa in rete. In altri ambiti locali queste opportunità sono divenute de alcuni anni già risorse, basti pensare che l’energia elettrica prodotta da questi impianti gode di tariffe incentivate di euro 0.28 kw garantita per 15 anni e gli impianti di teleriscaldamento sono fortemente incentivati dalla comunità europea.
Tutto ciò potrebbe avviare un ciclo virtuoso pronto a coinvolgere sia i produttori agricoli ,che potrebbero impegnare nelle produzioni agricole agroenergetiche qualche migliaio di ettari garantendo loro una giusta remunerazione. Verrebbero inoltre risolte le varie problematiche inerenti lo spandimento degli effluenti zootecnici, riutilizzando tutti gli scarti delle potature, delle industrie boschive, dei caseifici ,degli oleifici,dei mattatoi.
La cittadinanza troverebbe una bolletta energetica alleggerita . Il tutto gestito con il coinvolgimento di tutti gli attori che compongono la filiera : in primis l’amministrazione locale che deve prendersi l’onere di rendere possibile il progetto facendosi da garante tra il cittadino consumatore e quello produttore. Tale occasione potrebbe essere colta anche dalla Cooperativa dei produttori, la quale, divenendo il traino di questo progetto, ne trarrebbe solo vantaggi. Chiaramente questo percorso potrebbe sembrare utopistico ma posso assicurare che è percorribile come lo è stato per altri comuni italiani. E’ sufficiente la condivisione, la ferma volontà, il convincimento, la determinazione che la meta che si vuole raggiungere sia necessaria per il nostro bene ,per il bene comune e delle future generazioni, e tutto diventerebbe realizzabile.