DUBBI SUL FUTURO DELLA CARTIERA
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Stefano Mattei in
Nuovo Corriere Viterbese 14/04/2010 18:04:26
Dopo la sentenza del giudice del lavoro, che ha condannato la dirigenza della cartiera alla riassunzione dei lavoratori e al pagamento delle mensilità arretrate, c'è ancora incertezza sul destino dello stabilimento.
Molti cittadini si interrogano su quante possibilità abbia l'attuale dirigenza di continuare nella gestione della fabbrica. Questo considerando che è gravata da una riconosciuta crisi e dall'obbligo giudiziario di dover pagare quanto spetta ai lavoratori che erano stati licenziati.
Il sindaco Natali sull'argomento è molto diplomatico. “Credo che da parte di tutti debba esserci buonsenso- dice Natali- questo è quello che si augura l'amministrazione. Ora che l'azione legale si è conclusa con la decisione a favore delle rivendicazioni dei lavoratori, dobbiamo ancora metterci intorno a un tavolo per garantire la stabilità dell'unico polo industriale di Tuscania” Più duro Fortunato Mannino, segretario provinciale della Cisl.
“La gente è arrivata all'esasperazione- dice- dopo l'ordinanza di reintegro, abbiamo consigliato ai diversi operai licenziati di spedire un telegramma per sollecitare l'azienda a riprenderli a lavoro. Inoltre ieri abbiamo richiesto un incontro con la dirigenza per discutere dei pagamenti arretrati che, sempre secondo la decisione del giudice, spettano di diritto agli operai”.
Una situazione ancora in bilico dunque, perché il tribunale ha sancito l'illegittimità dei licenziamenti, ma tuttora a livello pratico non c'è stata nessuna riassunzione e anche i pagamenti restano in sospeso. Considerando inoltre i rapporti personali ulteriormente deteriorati dagli ultimi mesi di battaglie, un ritorno a un regime di lavoro normale per un azienda già in bilico non è semplice.
“Bisognerà vedere cosa fa l'azienda- conclude Mannino- se paga, significa che ha l'intenzione di rimanere, altrimenti vedremo se prendere ulteriori provvedimenti. Senza dubbio, se necessario lotteremo con ancora più convinzione, dato che il giudice ci ha già dato ragione, continuando a fare di tutto per garantire una stabilità ai lavoratori che in questo lungo periodo sono stati messi a dura prova.
Le risorse delle diverse famiglie, a lungo senza stipendio, sono estremamente ridotte. Per ora abbiamo la prova legale che le nostre battaglie sono state giuste e che lo sciopero, come in questo caso specifico, è un diritto legittimo dei lavoratori”.