LA LOTTA DEL PATTO NELLA SCARSA OPPOSIZIONE TUSCANESE
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Stefano Mattei in
Nuovo Corriere Viterbese 28/09/2010 07:29:58
Continua la battaglia tra il Patto per Tuscania e l'amministrazione comunale, con l'ennesima dura replica del gruppo all'opposizione contro le ultime dichiarazioni della maggioranza. Il motivo specifico della contesa è il cambiamento della modalità di pagamento della Tarsu, cosa che ha creato molte polemiche nell'opinione pubblica, ma appare evidente dal numero dei comunicati delle due parti e dal numero dei temi affrontati, come la contesa sia principalmente di natura politica e di lunga data.
I fatti però dicono che la lotta del Patto resta comunque l'unica in quello che da molti è considerato lo spento panorama dell'opposizione tuscanese.
Il Pdl Popolo Etrusco, secondo i voti, il gruppo più forte della minoranza, in questo periodo ha allentato la presa e i suoi maggiori attacchi sono stati proprio sulla vittoria dell'attuale amministrazione grazie ai vantaggi del simbolo.
Il Pd, anch'esso molto criticato, sembra assolutamente scomparso, in particolare dopo il passaggio di Potestio verso il Patto.
Un’uscita che ha lasciato isolata Serenella Pallottini e un direttivo che sembra, a detta di molti, incapace di reagire. La realtà dei bisogni dei cittadini sembra solo lo sfondo di questa partita a poker piena di ambiguità della politica tuscanese, giocata sempre dagli stessi giocatori.
Ad ammettere questa ripetizione degli interpreti paradossalmente sono gli stessi politici, che sembrano accusarsi vicendevolmente della colpa di essere stati al potere in passato.
L'unico che sembrava aver espresso una grande parte del volere popolare, cioè un rinnovo e un cambiamento della classe politica, è stato Paolo Sensi, lodato da molti per le sue esternazioni e per il suo approccio “giovanile e moderno”, salvo poi difendersi dietro a una presunta strumentalizzazione giornalistica per rientrare in seno all'amministrazione, un' accusa molto di moda di questi tempi, per nascondere le verità che a Tuscania tutti conoscono, ma che sembrano innominabili.
Stefano Mattei