Il manifessto affisso per le vie di TuscaniaE' ormai guerra dei manifesti a Tuscania. Dopo i durissimi attacchi di Patto per Tuscania e Tuscania Città Aperta e le repliche dell'amministrazione, sempre sulla “promozione temporanea” della moglie del sindaco Patrizia Brachetti, è la volta di Mario Ciccioli, segretario provinciale della Democrazia Cristiana per le Autonomie e padre del presidente del consiglio comunale Franco, esponente della stessa maggioranza che il comunicato attacca, ma che ultimamente sembra nettamente in fase di rottura con Natali.
Anche i toni di questo testo sono veramente duri. “La cricca del comune- si legge- per bocca del suo onorato vicesindaco Staccini, ha decretato la nomina per merito a primo dirigente la signora Patrizia Brachetti in Natali. Per recuperare la somma di oltre 11.000,00 euro da destinare alla propria moglie, quale indennità annua, si è fatto ricorso all’assestamento di bilancio.
E’ una sporca vicenda che investe assessori e consiglieri che hanno concordato il premio. Sindaco se hai gli attributi dimettiti, sto preparando la lista per un degno comune. Ogni risposta inadeguata sarà sottoposta alle competenti autorità giudiziarie”. Delle dichiarazioni queste, che certamente si commentano da sole e che gettano ulteriore tensione sul consiglio comunale straordinario che il sindaco ha promesso di convocare alla avvenuta nomina del nuovo segretario.
La firma del comunicato, viene da un importante esponente della politica provinciale della vecchia Democrazia Cristiana, ora tra le file del Pdl, appunto Mario Ciccioli, che tra le sue parole lascia capire come una certa spaccatura all'interno della maggioranza stessa sembra ormai una realtà concreta.
Oltre il caso specifico del “l'avanzamento temporaneo” di Patrizia Brachetti all'interno del comune, pare evidente che lo sfondo di questa lotta a “colpi di affissioni” è chiaramente politico e che la situazione a Tuscania sembra sul punto di prendere una svolta decisiva tra le diverse correnti del Pdl.
Bisogna anche segnalare che il ruolo del Pd in questa guerra di potere sembra ancora completamente marginale.
Stefano Mattei