“IPERCALORICA” L’ESTATE TUSCANESE 2010
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 24/07/2010 09:29:32
Sono talmente tanti gli appuntamenti dell’estate tuscanese caratterizzati dalla gastronomia che a settembre bisognerà mettersi a tutti a dieta. C’è l’agnello, la panzanella, la cacciagione, il formaggio ed i salumi, di nuovo il baccalà e perfino la frutta, con la “cocomerata” notturna nella necropoli, organizzata dalla Coop. Curunas.
Il manifesto delle iniziative che è stato affisso in questi giorni sembra un menù della casa, più che un programma delle manifestazioni culturali e ricreative. Così mentre nel recente passato Tuscania si è distinta per la qualità e la quantità delle iniziative culturali e di spettacolo, dalla lirica al jazz, dalla danza al teatro, dalla musica classica alla musica etnica, il 2010 potrà essere ricordato per il rischio indigestioni.
Tutta colpa delle casse vuote del comune ma anche e soprattutto della mancata approvazione degli specifici progetti presentati dal comune e dalle associazioni culturali alla Regione Lazio e alla Provincia di Viterbo. Un incidente di percorso causato dal passaggio di consegne tra la gestione commissariale e la nuova giunta?
Visto che i progetti del 2010 sono stati presentati nel 2009 quando ancora la squadra di Natali non aveva potuto prendere le giuste misure per ottenere questi risultati. C’è da augurarsi che sia così perché Tuscania non merita questa rivoluzione al ribasso. Vanno bene le sagre e la valorizzazione dei prodotti tipici locali, non c’è niente di male neanche a favorire l’aggregazione sociale davanti ad un piatto di porchetta ma ci sono anche altri altrettanti importanti bisogni come quelli della fruizione delle arti da soddisfare. La finalità di alcune di queste iniziative gastronomiche è molto nobile, vengono raccolti fondi per iniziative sociali ed umanitarie ed i cittadini sapranno valorizzarle, non per questo però si può pensare di aver colmato il vuoto dell’offerta culturale.
Anche l’assessore alla cultura Giovanna Perugini riconosce e soffre di questa assenza: “Confidavo, anzi speravo che non dico tutti, ma una parte dei progetti presentati sarebbero stati accolti dagli enti locali superiori. Così per quest’anno non è stato ma il mio costante e tenace impegno e quello di continuare a lavorare per far tornare Tuscania al centro delle iniziative culturali del territorio”.
In questi giorni alcuni appuntamenti auto gestiti dalle associazioni ma fuori del progetto comunale hanno ottenuto buoni successi sia di pubblico che di critica. Un pubblico che non è sicuramente la grande massa delle tavole imbandite in piazza ma che gode anch’esso degli stessi diritti di cittadinanza.
Un pubblico quello che negli anni scorsi ha partecipato agli eventi culturali capace di far apprezzare la bellezza e la ricchezza del patrimonio culturale di Tuscania non solo in Italia ma anche all’estero. C’è il rischio insomma che la cultura a Tuscania diventi “carbonara”, ma non nel senso della ricetta degli spaghetti uovo, pepe e pecorino, carbonara perché organizzata e realizzata fuori del progetto pubblico.