ASSENZA DI “VIVI” NEL LUOGO DEI MORTI
Pubblicato da
Valeria Sebastiani. in
L'Opinione 03/11/2010 07:11:40
ASSENZA DI “VIVI” NEL LUOGO DEI MORTI
Week end all'insegna del maltempo e quella che avrebbe dovuto essere la “festa dei morti” si è trasformata in una diserzione di massa dei cimiteri. I fiori sulle tombe ci sonoo, portati nei giorni scorsi, prima della festa, a quei defunti che ancora hanno dei parenti tra i vivi. Bello notare fiori anche sul monumento funebre ai caduti durante la seconda guerra mondiale e le campagne imperialiste fasciste.
Quelli che mancavano erano i vivi.. pochissime persone nelle giornate di domenica e lunedì si sono avventurate al cimitero per portare il loro saluto ai defunti, scoraggiate dal maltempo arrivavano alla spicciolata, nessuna folla ad intasare i vialetti, pochissimi i giovani. La festa è stata disertata. Tutta colpa del maltempo? Quello che è certo è che la gente in giro per Tuscania non mancava.. il paese era invaso di piccole streghette, mostri e vampirelli, vestiti di tutto punto, con sporte al braccio e mamme al seguito, che battevano gli usci per la classica domanda dolcetto o scherzetto?
Insomma Halloween batte santi e morti 1 a 0. Per i piccini l'attesa è per la festa pagana importata dagli States e non per la festa religiosa della nostra tradizione. Ma che noi italiani abbracciamo con euforia le tradizioni altrui pronti di buon grado ad abbandonare le nostre è d'altronde cosa risaputa anche se difficile da ammettere ed accettare.
Basti pensare al Natale, sono in pochi ormai a perdere tempo nella costruzione del presepe che diciamocelo è costoso, difficile da collocare, e non arreda certamente come l'albero, vero, finto o di design, le cui decorazioni si possono abbinare con la tappezzeria domestica. Riposti in soffitta pastorelli e sacra famiglia, forse la stessa fine faranno i ceri e i crisantemi per lasciar spazio a cappelli conici e mantelle nere. Spazio al nuovo, sarebbe l'ideale, senza dimenticare il vecchio. Perché nel vecchio affondano le radici della nostra cultura.
Come se non bastasse i poveri trapassati devono subire un altra onta. In questi giorni un ordinanza comunale informa che causa mancanza loculi si procederà con l'estumulazione di quei defunti che giacciono nel cimitero “vecchio” da più di 50 anni. Le ossa, se non reclamate e traslate in altro loculo già occupato, finiranno in un ossario comune, le lapidi saranno divelte, le foto perdute. Di quei volti incorniciati da acconciature di altri tempi, folti favoriti e barbe dalle fogge singolari, abbigliati secondo la moda dei tempi passati, di quelle epigrafi romantiche e singolari dove secondo l'uso del tempo, veniva raccontata la vita del defunto, non rimarrà più traccia.
Comprensibile la scelta, data la mancanza dei loculi, quello che non si capisce è come mai il comune di Tuscania abbia problemi di spazio visti i soldi spesi per la realizzazione del cimitero nuovo. Nel passato le estumulazioni hanno già danneggiato la storia del cimitero. Perdute le sepolture di nobili famiglie come gli Anguillara, di personaggi storici come quella del canonico Laurenti, o della maestra Ida Pompei, che istruì le scolaresche durante l'intero ventennio fascista. Nell'opera di sostituzione è stata travolta la stessa tomba dell'Ing Francesco Tosoni, che costruì il cimitero agli inizi del '900 e quella della moglie, da lui tanto amata che lo lasciò senza eredi morendo prematuramente.
Dei fasti della sua sepoltura, voluta dal marito come ultimo ricordo, non rimane nulla. Un destino analogo lo faranno a giorni le tombe incustodite o abbandonate di centinaia di concittadini, in futuro si dovrà temere per quelle di Guido Guidasci, poeta antifascista e di Donato Ragosa, farmacista di Tuscania e patriota che combatté al fianco di Guglielmo Oberdan per la liberazione dell'Italia dagli austriaci . Un danno sul quale soprattutto in un giorno come questo dovremmo tutti riflettere. Compito dei vivi è conservare la memoria di chi lo ha preceduto, rispettando e proteggendo l'ultima dimora di chi è stato. Illuminante il monito di una delle due lapidi volute da Francesco Tosoni all'ingresso del cimitero “Pausa dalla lunga via delle follie umane, tutte le trame del destino convergo, oltre va l'ansia di un miglior dimane.”
Valeria Sebastiani.