Luigi Salvatori, già presidente dell' Archeoclub, rende noto il “ritrovamento” di un importante reperto etrusco proveniente da Tuscania e conservato al museo del Louvre di Parigi.
Il pezzo “riscoperto” è un anfora a figure nere risalente al 540 a.C. Che raffigura da un lato Ercole che lotta con il leone di Nemea assistito dalla dea Atena e sotto lo sguardo di Iolao (nipote di Ercole). Al lato opposto è rappresentato un corteo di dei con Artemide e la cerva cerinea e con Dioniso che suona l'arpa.
La dispersione dei reperti obbliga a questo paziente lavoro di archivio, spesso fatto da volontari come Salvatori, che permette di studiare e rendere nota l'esistenza dei diversi tesori ai cittadini tuscanesi che in questo modo possono in qualche modo apprezzare reperti che apparterrebbero di diritto alla loro storia.
Un caso emblematico delle difficoltà di studio, dovute alla “strana” conservazione dei reperti, è quella del pittore Antimenes, il prolifico artigiano etrusco che ha dipinto l'anfora che è stata presa come simbolo per la produzione dell'olio di Canino,
quest'anfora è stata ritrovata a Vulci e conservata al Bitish Museum, ma una curiosità è che lo stesso autore ha dipinto un'anfora simile, ritrovata a Tuscania che si differenzia da quella vulcente per il collo continuo e per una diversa raffigurazione del raccolto dello olive.
Quest'opera, che può darci importanti riscontri per la storia della Tuscia viene conservata addirittura in Germania al Konigle Museum di Berlino.
Una speranza, probabilmente vana, è quella di poter apprezzare un giorno i diversi tesori conservati nella loro terra d'origine.
Stefano Mattei