UNITÀ DEI CRISTIANI: DOMANI VEGLIA DI PREGHIERA E AGAPE AL MONASTERO SAN PAOLO
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 19/01/2010 07:56:35
Come ogni anno in questa settimana, si celebra la “Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, che ruoterà attorno al tema comune “Voi sarete testimoni di tutto ciò” (Lc 24,48). Si tratta di un appuntamento di alto valore ecumenico che vedrà incontrarsi, a carattere territoriale ma in tutto il mondo, le diverse comunità cattoliche, protestanti, ortodosse, nella preghiera, nel dialogo e nel confronto.
Quest’anno a Tuscania l’iniziativa religiosa sarà ospitata presso il monastero San Paolo. Mercoledì 20 gennaio alle ore 19,30 si svolgerà una veglia di preghiera al termine della quale seguirà un agape quale momento di condivisione fraterna.
La comunità cristiana di Tuscania conta da alcuni anni una forte presenza della confessione ortodossa sviluppatasi con l’arrivo di tanti immigrati del nord europa ed in particolare della comunità rumena. “ Siamo spesso anche noi attori della divisione, dell’insensibilità, dell’incomprensione!
Siamo chiamati a rispondere alla preghiera di Gesù – afferma uno dei laici impegnato ad organizzare l’iniziativa - perché siamo una sola cosa: siamo chiamati a rispondere nella nostra vita, ogni giorno. Ma come? Rinunciamo alla prepotente dittatura del nostro io, al calcolo, all’insensibilità. Rinunciamo all’ignoranza dell’altro: a vivere senza amore. Invitiamo l’intera comunità Cristiana di Tuscania ad unirsi in preghiera mercoledì 20 gennaio alle ore 19,30 nella chiesa di San Paolo al monstero delle sorelle clarisse.
Siamo chiamati tutti a risanare le grandi fratture del mondo, della vita quotidiana, dei nostri ambienti: quelle che dividono simpatici e antipatici, ricchi e poveri, colti e ignoranti, uomini da donne, etnia da etnia, gruppo da gruppo, il mio dal loro, i miei dai suoi, cristiani da cristiani, cristiani da ebrei, cristiani da musulmani. La via su cui camminiamo è piena di queste fratture. La nostra casa ha queste fratture.
Il nostro luogo di lavoro ha queste fratture. Siamo chiamati a risanarle con l’amore. Non facciamo la guerra a nessuno con le nostre armi, in questo tempo di guerra per il mondo”.