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FIERA DI TUSCANIA - L’ASSESSORE ALLA CULTURA GIOVANNA PERUGINI: “PER RICOSTRUIRE IL SENSO ED IL VALORE DELLA FIERA”
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 10/05/2010 18:54:07


L’assessore alla cultura, Giovanna Perugini, trae un primo bilancio della Fiera ed afferma: “ Per ridare un senso alla Fiera di Tuscania bisogna tornare al passato. Capisco che un’affermazione così categorica se non viene argomenta può generare critiche ed osservazioni”. Quest’anno la sfida lanciata dall’ assessore alla cultura è stata realizzata cercando di coniugare il binomio “arte e artigianato”. Manufatti, antichi mestieri, prodotti tipici della Tuscia a cura dell' ARSIAL, l' ente regionale per la promozione e tutela dei Dop e Doc del Lazio, i prodotti del territorio di Lavello gemellato con Tuscania e molte specialità enogastronomiche italiane. Anche le iniziative culturali, con le poesie di Vincenzo Cardarelli declamate da Milena Milena Vukotic e la conferenza con Giancarlo Ghiddon Zagni che parlando di "Sentimenti e idee nell'Artigianato" ha presentato anche il suo ultimo manoscritto "Viaggio con il Diavolo", per l’assessore Giovanna Perugini rappresentano un ulteriore anello di congiunzione con la filosofia della Fiera: ricostruire lo spessore antropologico alla manifestazione. “E’ vero che la Fiera di merci e bestiame di antica memoria oggi non avrebbe più alcuna valenza commerciale perché il mercato è cambiato ed i nostri operatori possono soddisfare le proprie esigenze di innovazioni rivolgendosi all’offerta della rete commerciale che opera trecentosessantacinque giorni all’anno – dice Giovanna Perugini – come pure per le necessità della casa e delle famiglie non c’è bisogno di aspettare maggio per fare gli acquisti necessari, tutto ciò però non deve significare la fine di un evento che oltre al mercato significava tante altre cose. I nostri nonni ma anche i nostri genitori, aspettavano la Fiera per vivere il loro paese in una dimensione diversa: per scoprire che c’è una comunità in grado di aprirsi ai forestieri e oggi molto più di ieri magari anche agli stranieri. Per ritrovare il senso della Fiera di Maggio allora c’è bisogno di ricollegare la manifestazione al territorio ecco perché i prodotti tipici che per la nostra vocazione agricola significano essenzialmente enogastronomia. Il mio impegno futuro è quello di collaborare affinché si organizzi una Fiera di Tuscania capace di proporre una “narrazione” intorno al mondo rurale, alla campagna, al contatto diretto con la natura e alla possibilità di degustare i prodotti enogastronomici e del ricco paniere agroalimentare che rendono esclusiva la nostra offerta. Dobbiamo velocemente uscire dall’inerzia che ha caratterizzato in questi ultimi anni la gestione di questo evento. Ragioniamo su questi numeri: all’enogastronomia spetta il primo posto tra i motivi del viaggio in Italia (33%), subito dopo c’è l’ ambiente e le bellezze naturali (24%), poi l’arte e la cultura (22%). Ecco perché secondo me Tuscania ha tutte le carte in regola per puntare ad una Fiera caratterizzata dall’arte e dall’artigianato, quest’ultimo riferito chiaramente anche al prodotto tipico locale”.

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