LA DEMOCRAZIA E L'AFGHANISTAN
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Luigi Cardarelli in
Luigi Cardarelli 17/05/2010 18:18:15
Afghanistan, la terra degli afghani, lė fra le mitiche montagne dell'Hindukush dove inglesi e sovietici persero la faccia , dove perfino Alessandro il grande non ne uscė proprio in trionfo. Da quasi dieci anni ormai , stessa sorte per le forze alleate ONU dell' ISAF, sotto la regia americana. Un territorio aspro ed enorme , governato da millenni dalle tribų di etnia pasthun e tagika, che non riconosce altro potere se non il loro. O il moderno business dell'oppio.
L'operazione detta di peacekeeping delle forze alleate, inconcludente e sanguinosa, sembra un errore storico, prima che politico. La missione enduring freedom, iniziata all'indomani dell'attentato alle "torri gemelle" si č trasformata nel corso degli anni in una vera e propria esportazione di democrazia; pur non riuscendo a controllare che una piccola parte del paese.
Non vedo proprio come si possa trapiantare una democrazia commerciale su di un popolo ed uno stato che da millenni vive e perpetua altri usi e costumi. Non capisco che democrazia sia "esportare la democrazia", con bombardamenti e contingenti militari armati fino ai denti, anche se necessari per ripulire il territorio.
Sarebbe stato necessario uno "strike" chirurgico, netto e decisivo, contro talebani e alleati, per poi tornarsene a casa e non restare nella melma della solita "palude" asiatica. Si sarebbe cosė evitato un colossale spreco di risorse umane e denaro, utilizzabile per fini pių intelligenti e lo sconsolato pianto di migliaia di madri.
Vero che adesso gli afghani hanno un governo democraticamente eletto, ma questo non č sufficiente a considerarlo un paese civile o bonificato. Quello che non č stato risolto in dieci anni, dubito si risolva con un altro anno.
Le forze ISAF aumentano i contingenti, anche quello italiano, come se volessero portarsi a casa i sassi e la neve delle fastose montagne dell'Hindukush.
LUIGI CARDARELLI