A seguito delle grandi discussioni provocate dalla “questione del centro anziani, Leopoldo Liberati, presidente della commissione incaricata dal comune a seguire la situazione, in una sua dichiarazione cerca di invitare alla calma.
Questa disputa che inizialmente, sembrava un “semplice” contrasto interno per un “normale” luogo di aggregazione come il centro anziani è diventato un vero e proprio ”caso”, che sta facendo rincorrere diverse voci, su implicazioni personali, falsi in bilancio e coinvolgimenti politici. “E' una cosa delicata- dice Liberati- che sta a cuore a tutti, e va trattata con i guanti senza sparlare.
Pregherei di astenersi di fare dichiarazioni fuori luogo. Mi prendo l'impegno e l'obbligo morale di comunicare tempestivamente a tutta la cittadinanza l'esito delle valutazioni della commissione, che comunque non ha potere decisionale, ma sta svolgendo il suo lavoro per far si che la giunta, o il consiglio possano poi prendere provvedimenti. La commissione non ha preso l'iniziativa a caso, ma diversi membri del centro anziani hanno scritto lettere al sindaco, alla maggioranza e a me come presidente della commissione servizi sociali.
Di conseguenza abbiamo preso tempo per studiare le richieste, controllare eventuali incoerenze nel bilancio e valutare l'eleggibilità dell'attuale presidente, problema per cui abbiamo dovuto sentire il parere del segretario comunale. Ad oggi non abbiamo emesso nessun parere, quindi molto di quello che è stato detto o scritto non ha senso logico. Personalmente credo che certamente c'è qualcosa di strano, ma penso che se errori sono stati commessi, sono stati fatti in buonafede.
Certamente bisogna vedere se eventuali incoerenze, spero e credo non volute, rientrano nella legalità. Logicamente se emergerà qualche anomalia, chi ha sbagliato si dovrà assumere le sue responsabilità.
Come presidente posso solo promettere di dare un giudizio equo e poi il consiglio che ne ha il potere deciderà, ma questo può avvenire solo dopo le valutazioni. Per ora spero che chiunque voglia parlare si informi, perché le chiacchiere sono fini a se stesse”.
Stefano Mattei