Il torrido mese che prende il nome dal grande Ottaviano Augusto, si è rivelato politicamente "hot", tanto da finire in salsa nordafricana, in cous cous.
Così cerchiamo di digerire l'umiliazione e l'oltraggio del beduino arricchito, ma il premier ed i suoi cortigiani stanno digerendo la ricca cena per 800, pagata come sempre coi soldi del popolo italico.
Mentre il carnevalesco despota tripolitano studia una nuova sede per i suoi showdowns, su di noi tapini, incombe una nuova pagliacciata settembrina, stavolta in salsa emiliana. In quel di Mirabello, i "ribelli"finiani, reduci da dure e massacranti vacanze in quel di Panarea, Cortina e Capalbio, disserteranno filosoficamente su "libertè, egalitè, fraternitè". Intanto con i loro statali cellulari trattano alla grande sul "processo breve", con pretese non retroattive, in modo di trovare un salvacondotto onorevole; per tutti. Finiti i tempi dei gladiatori e di Spartacus, oggi le rivolte si fanno in barca a vela. In stile Agnelli, Tronchetti o Massimo D'Alema.
Supporre di trovare il cambiamento da una manica di presidenti, assessori e consiglieri come i finiani, è come cercare "Maria" per Roma. Comunque la percezione politica del popolo e del paese sta cambiando; a parte la sua corte, molti si rendono conto che quello attuale è solo il "governo delle veline" e della pubblicità.
E che i problemi preesistenti sono stati semplicemente aggravati e ingigantiti: in primis il debito pubblico e la disoccupazione. Per non parlare della corruzione.
Seguendo le direttive della Bce, invece che sottoporre le banche ad uno "stress test", Silvio ci sottopone da anni il paese.
Ma ormai pare lì da solo nelle mani del Bossi e di Giulio, che da buon commercialista ha mani e orecchie dovunque. Non è mica detto che il senatur prima o poi, non lo butti giù ben bene dalla Rupe Tarpea.
Forse stavolta definitivamente, senza paracadute.....
LUIGI CARDARELLI