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UN PASTIFICIO PER GARANTIRE UN FUTURO AL GRANO DURO DI TUSCANIA
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 09/01/2010 18:00:40


Il grano duro stando all’ultima quotazione della settimana scorsa, viene pagato agli agricoltori 14 centesimi al chilo, mentre la pasta viene venduta in media a 1,4 euro al chilo, con un ricarico del 500% considerando le rese di trasformazione.

Uno scarto di prezzo talmente elevato che oltre ad aver accesso forti polemiche a livello nazionale e locale, sta facendo maturare sempre di più l’idea di alcuni produttori di grano duro locali, di realizzare un pastificio per la produzione di un prodotto tipico a marchio dop.

“Abbiamo partecipato ad un convegno della Coldiretti – affermano i promotori di questa iniziativa – nel quale ci è stato spiegato che il modo di fare degli industriali della pasta comporta pesanti conseguenze se si considera che la pasta è il piatto preferito dagli italiani, i cui consumi lo scorso anno sono stati pari a 1,5 milioni di tonnellate, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro.

Abbiamo analizzato le tabelle che dimostrano come il prezzo della pasta sia rimasto pressoché stabile rispetto al 2008 e questo nonostante le quotazioni del grano siano scese di oltre il 40%. Una crisi, quella del grano duro italiano, che non è giustificata dal consumo di pasta di semola che in Italia è cresciuto in valore del 2,8% nel primo semestre 2009, rafforzando il primato degli italiani che ne mangiano 26 chili a persona, tre volte di più rispetto ad uno statunitense, a un greco o a un francese”.

La nostra idea chiaramente non mira a fare concorrenza ai grandi produttori di pasta ma più semplicemente a trasformare il grano duro, di ottima qualità, che viene prodotto nei nostri territori, per realizzare una pasta che può offrire ai consumatori la massima qualità garantendo la salubrità che viene garantita dal certificato di provenienza della materia prima”.

Un idea, quella del pastificio, che ha già ottenuto un discreto successo nella vicina Tarquinia. Quest’anno la produzione di grano duro continuerà a subire gli effetti negativi del crollo dei prezzi che si sono verificati per la stagione agraria 2008/2009.

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