Il solito pastrocchio all'italiana, delle procure italiane ; Marcello Dell'Utri metà assolto e metà condannato .
Condannato forse giustamente per un reato grave ma datato decenni, con una motivazione (concorso esterno in associazione mafiosa), difficile da decifrare sul codice penale.
Nello stesso momento si assolve pienamente un reo confesso preso in flagranza, tal Tartaglia, che si era ben adoperato per far passare un brutto natale al nostro premier.
Insomma se è giusto per il senatore, una piccola condanna simbolica per l'aggressore del cav ci sarebbe stata tutta, se non altro come deterrente a scoraggiare eventuali imitatori futuri.
Cosa dovrebbe pensare il popolo italiano basito, di questa giustizia così asimmetrica?Cosa pensare di queste procure ormai solo in grado di colpire il cittadino onesto, il padre di famiglia, mentre per il criminale valgono tutte le garanzie di questo mondo.
Forse anche di più. Qualsiasi persona di buon senso resterebbe interdetta, disorientata, di fronte ad una confusione siffatta. Siamo proprio lontani anni luce dal sacro detto romano "sub lege libertas", cioè che la libertà è nella legalità.
Oltre tutto questo marasma giudiziario , permette sempre di galleggiare all'Augusto; troppo facile per lui potersi definire "perseguitato", potersi addirittura dichiarare "prigioniero politico".
Tanto sappiamo benissimo poi che anche le pene se sentenziate, valgono molto per il bailamme mediatico-politico, ma di scontarle non se ne parla neanche.
Si troverà comunque una scappatoia o una prescrizione ad hoc.
Solo un nuovo gran polverone ,per giunta estivo, che serve ad accecare la vista del popolo accaldato.
In compenso il nostro buon presidente Giorgio , ci promette solennemente che lui continuerà a difendere la libertà, anche dopo gli 85 anni.
Che bello, che grande, chissà cosa ne penserebbero però i martiri di Budapest 56.
LUIGI CARDARELLI