COOPERATIVA LAVORATORI DELLA TERRA L’AVV. CARLA SALVATORI: “BEFFA PALESE E GRAVI VIOLAZIONI DELLO STATUTO E DELLE LEGGI”
Pubblicato da
Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 09/07/2010 06:33:05
Non avendo ottenuto alcuna risposta dall’attuale CdA della Coop. Lavoratori della Terra, l’avv. Carla Salvatori, non demorde e rilancia la sfida sui temi della legalità e della missione sociale. “Gli attuali amministratori non convincono sulla bontà delle loro intenzioni in merito alla salvaguardia degli interessi della collettività dei soci ed in particolare sulla sua futura durata.
Lo spirito cooperativistico e la memoria delle ragioni del suo nascere e del suo esistere sono state per sempre spazzate via dall'attuale consiglio. D'altra parte i presupposti che hanno consentito la “presa della Bastiglia” per pochi voti non erano certo di buon auspicio: calunnia, bugie, sceneggiate elettorali non potevano portare a nulla di vantaggioso.
Si era comunque auspicato che le chiacchiere e le calunnie fossero messe da parte e si era pubblicamente invitato il Consiglio in carica a discutere sui dati. Si offriva per la discussione un quadro della gestione dal 2001 al 2009 documentato e veritiero. Ma il consiglio, sollecitato da altre esigenze che nulla hanno che vedere con gli interessi dei soci, non ha raccolto gli auspici e gli inviti pubblici rimanendo in silenzio.
Il Consiglio, in perpetua mutazione, ha continuato a calunniare, a dire bugie, a prendere in giro i soci, molti dei quali peraltro contenti e gabbati. In prossimità dell'assemblea per l'approvazione del bilancio, si è di nuovo invitato il Consiglio a dare pubbliche spiegazioni sia in merito al bilancio che in merito alla ispezione straordinaria richiesta da alcuni soci ed in particolare da Carla Salvatori ed autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Quanto al bilancio, perché risulta in un solo anno una perdita di 131.000 euro; quanto all'ispezione, perché il Consiglio metta a disposizione il verbale completo redatto dagli ispettori con relative diffide. L'assemblea si è tenuta in assenza di Carla Salvatori, molto attesa per distrarre la platea dalle vere questioni ed esibirsi nel tiro al piccione.
Ne è conferma infatti, l'ulteriore silenzio del consiglio in pubblico e le inveritiere informazioni fornite al contrario ai presenti all'assemblea. Se la memoria non inganna, la battaglia per la presa della Bastiglia si basava su due affermazioni: la prima che gli amministratori uscenti erano tutti truffaldini; la seconda che i medesimi amministratori volevano far fuori tutti i soci onorari e “comprarsi” loro la Cooperativa. Su tali baggianate hanno chiamato a raccolta tutti i soci onorari promettendogli una entrata in massa quali soci effettivi.
Non c'è beffa più palese e grave violazione della normativa e dello Statuto. Si è visto poi che solo alcuni soci sono stati legalmente ammessi come soci effettivi, mentre per gli altri sono state riservate le promesse. Continuare a sostenere tale tesi significa sfasciare la Cooperativa che non è merce acquistabile dall'uno o dall'altro socio ma è patrimonio comune dei soci che ne hanno diritto oppure non è di nessuno. Si ribadisce che dal 2005 si è risanato il disastro provocato dal 2001 dalla presidenza dell'epoca, ma anche su tale affermazione il nuovo Consiglio ha taciuto.
La Cooperativa ha la sua ragion d'essere nella solidarietà, mutualità e funzione sociale che svolge in particolare nelle opportunità di lavoro che offre ai soci. Ebbene, mentre il precedente Consiglio ha salvaguardato tale funzione mantenendo una buona efficienza anche economica che ha consentito consistendo migliorie e margini di liquidità, questo Consiglio ha “fatto fuori” sia i lavoratori fissi che quelli stagionali, dismettendo peraltro molte coltivazioni e non prospettando niente per il futuro ed offrendo all'approvazione dell'assemblea un bilancio in notevole perdita con prosciugamento dei depositi bancari.
A conti fatti sembra che tutta l'attenzione e l'attivismo di questo Consiglio sono diretti ad una piena restaurazione ante 2005 (vedasi riammissione del presidente dell'epoca, concessione dello sfruttamento di una cava ad un socio che ha fatto rischiare alla Cooperativa una multa di 80.000 euro, etc.) con l'aggravante di un accentramento di poteri decisionali in capo a due tre persone in spregio a qualsiasi regola ed al bene collettivo. Altro che agire sulle orme di Nicola Salvatori!!!