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- LA STORIA E LA CICORIA. Tuscania “raccontata” da Pier Paolo Pasolini

Pubblicato da Luigi Pica in Blog Toscanella · 30/7/2014 07:41:55

Con il patrocinio del COMUNE  di  TUSCANIA - LA SOCIETÀ COOPERATIVA - RX ( UFFICIO TURISTICO DI TUSCANIA)  
presenta:
LA STORIA E LA CICORIA. Tuscania “raccontata” da Pier Paolo Pasolini
Una passeggiata/racconto di e con  Antonello Ricci
sabato 2 agosto – ore 18.30  
appuntamento presso la Basilica di Santa Maria Maggiore
Con la partecipazione di Totò  -  Pietro Benedetti

Quota pro capite € 8,00   -    Bimbi e ragazzi gratis
Ufficio Turistico di Tuscania (VT)   Piazzale Trieste
info: 0761-4454259 oppure cell: 3331615960  
orario di apertura tutti i giorni
9:30 - 13:00 / 16:00 - 19:00
Escluso il lunedì

Dev'essere di una qualità tutta speciale la luce maremmana che ogni giorno, da mezzogiorno al tramonto, inonda-incendia  i bastioni tufacei di San Pietro e Santa Maria Maggiore a Tuscania.  Luce misteriosa: mistica epperò pagana. Luce inquieta: sempre solcata da sogni visioni ritorni d'oltretomba. Spiriti etruschi  come ombre della sera o attori-personaggi-larve infelici che increspano l'aria come l'Othello di Orson Welles. Ma anche (e  soprattutto) «l’assurdo Totò l’umano Totò il matto Totò», alias frate Ciccillo nell'episodio duecentesco incastonato al centro  del  pasoliniano  Uccellacci  e  uccellini  (1965):  apologo-capolavoro  girato  tra  la  torre  di  Santa  Maria  i  ruderi  di  Rivellino  e  l'acropoli di San Pietro, fianco a fianco «con l'innocente col furbetto Davoli Ninetto». Nel 1969 Ninetto forse tornerà anche a  Tuscania  con  il  regista  friulano  per  sostenere  il  ruolo  di  Charlot-Andreuccio  nel  primo  episodio  del  Decameron.  Nella  penombra di Santa Maria Maggiore, ai piedi dello spettacolare Giudizio universale su cui troneggia un Satanasso intento a divorare dannati ed a cagarli: affresco che sembra promettere la grottesca visione infernale su cui andranno a chiudersi i  Racconti di Canterbury (1972). Totò, Ninetto, Pier Paolo, «uomini umani». I loro ritratti sono ancora lì sul grande schermo,  sullo sfondo della febbrosa valle del Marta, dei nobili monumenti di Tuscania, voluti a ricreare l'incanto universale di un  Medioevo-Novecento  tutto  realismo  e  allegoria  insieme.  Una  luce  pura  e  senza  tempo  sembra  splendere  insomma  su  Tuscania: una luce lievissima, fredda e mentale, povera e magra, tale da convincere Curzio Malaparte a evocare per essa un  paragone  con  Giotto.  Giotto,  sì.  Proprio  lui,  guarda  caso.  Di  Giotto  è  infatti  anche  il  Giudizio  Universale  che  visita  nottetempo i sogni del Pasolini-personaggio-pittore protagonista del secondo tempo del Decameron. Ma è destino che ogni  cerchio  si  chiuda:  così  non  ci  stupiamo  se  qualche  anno  dopo  Mario  Luzi  ripartirà  da  quella  stessa  rosa  di  parole,  per  celebrare in versi la luce (classica, maremmana e universale) di un pittore nostro contemporaneo e conterraneo: Giuseppe  Cesetti, il maestro di Tuscania.






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