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Fonte: TusciaWeb
Buzzi e Grancini (FdI-An) annunciano la sentenza del giudice di pace che costringe l'ente a risarcire i cittadini con mille euro.
Finalmente il giudice di pace di Viterbo riconosce la responsabilità della sola Regione Lazio per il danno subito dai cittadini per il problema arsenico nell’acqua.
Il giudice di pace di Viterbo, infatti, con sentenza 764/2014 del 2/9/2014 ha posto a carico della Regione Lazio il pagamento di mille euro, oltre interessi legali, a favore dei cittadini che hanno proposto il giudizio. La grave responsabilità della Regione Lazio è quella di non avere ancora terminato né collaudato i potabilizzatori che consentirebbero alla Talete di erogare acqua priva di arsenico e fluoruri, nonostante il termine ultimo entro il quale realizzarli era fissato al 31 dicembre 2012.
Questa è la prova che, come più volte citato da FdI-An, anche in consiglio comunale, la questione arsenico non poteva essere addebitata a Talete, bensì, si doveva risalire alla fonte, in questo caso termine più che mai appropriato, e cioè alle inadempienze della Regione Lazio, ai ritardi accumulati al mancato rispetto degli impegni presi.
Ricordiamo, infatti, che Fratelli d’Italia, nella convinzione che la problematica della qualità dell’acqua non può essere lasciata ai comuni della nostra provincia o al gestore Talete, con l’europarlamentare Marco Scurria aveva anche interrogato il Parlamento Europeo, tentando di affermare il principio che il nostro territorio non può essere lasciato solo e che la regione e la comunità Europea devono intervenire a tutela del nostro territorio e del diritto alla salute, che è un bene protetto dalla nostra Carta Costituzionale.
Finalmente questa sentenza darà una svolta a questo annoso problema che interessa gran parte dei cittadini viterbesi attirando anche l’attenzione dei media nazionali.
Vedremo se la Regione Lazio continuerà a essere latitante o si prenderà le proprie responsabilità.
Luigi Maria Buzzi
Gianluca Grancini
Consiglieri comunali di FDI-An