Ricevo questa lettera da alcuni cittadini/contribuenti, non credo debba aggiungere altro che non sia già descritto, spero che chi ha la competenza ascolti e risponda a questo accorato appello. luigi pica.
-§-§-§-§-§-§-§-§-§-§-§-§-§-§-
Ci facciamo portavoce di un folto gruppo di cittadini tuscaniesi delusi e amareggiati che, in questo periodo in cui si ricordano i cari defunti, si sono visti recapitare da un messo comunale, una lettera relativa alle concessioni cimiteriali.
Sappiamo che in data 7 agosto 2014 con una delibera comunale è stato modificato il Regolamento di polizia mortuaria, come si può vedere sul sito istituzionale del Comune di Tuscania.
Viste le modifiche apportate al Regolamento e il contenuto della lettera-notifica pervenuta ai singoli proprietari dei loculi (vedi immagine alla fine della lettera), ci domandiamo da cosa è motivata l'urgenza dei dieci giorni per essere dichiarati rinunciatari, soprattutto in considerazione del fatto che esistono “duecento loculi liberi a fronte di una richiesta annua di circa cinquanta decessi” e sono ancora in corso di estumulazione circa seicento loculi come nelle ultime ordinanze (dal 2010 in poi) in concessione perpetua perché acquistati prima del 21.10.1975.
“Il Comune, al fine di riacquistarne la disponibilità, procederà ad effettuare, senza indugio, in conformità alle disposizioni legislative dettate in materia di polizia mortuaria ed a quelle del vigente Regolamento comunale di polizia mortuaria (modificato da due mesi), le operazioni di esumazione della salma... nell'ossario comune.”
Ulteriore interrogativo riguarda alcune tipologie di importi richiesti:
- Rinnovo per dieci anni: euro 375
- Rinnovo per venti anni: euro 750
- + spese contratto (circa 50 euro)
- +marca da bollo da 16 euro per domanda
- + marca da bollo da 16 euro per contratto.
Oppure:
- Rinnovo per dieci anni: euro 275 - per venti anni: euro 550, più spese.
Specifichiamo inoltre che, persone ancora in vita che hanno comprato previdentemente il proprio loculo al fine di sgravare i figli o i parenti da una spesa futura onerosa, si sono viste recapitare la stessa lettera inviata ai parenti dei defunti e devono ripagare la cifra completa, come se fosse una nuova concessione, senza aver mai utilizzato (fortunatamente) la tomba.
E' giusto che persone con una pensione minima di 600 euro al mese, che si sono viste recapitare due, tre notifiche per un totale di duemila, tremila e più euro siano costrette a doversi privare della consolazione di recarsi a pregare sulla tomba dei propri cari?
Oppure doversi trovare di fronte alla scelta di chi dover sacrificare?
E' giusto che allo scadere del rinnovo decennale o ventennale del contratto non sarà possibile un ulteriore rinnovo? Dovremo assistere impotenti al trasferimento dei nostri cari nell'ossario comunale?
Correggeteci se abbiamo interpretato male la lettera e gli articoli del nuovo Regolamento.
Citiamo un pensiero di G.B. Vico:
“Prima del patto sociale, gli uomini vivevano nello stato ferino. Osserviamo tutte le nazioni così barbare come umane, quantunque per immensi spazi e di luoghi e di tempi tra loro lontane, diversamente fondate, custodire questi tre umani costumi: che tutte hanno qualche religione; tutte contraggono matrimoni solenni: tutte seppelliscono i loro morti.”
Da qui “incominciò l'umanità e perciò si debbono santissimamente custodire da tutti perché il mondo non si infierisca e si rinselvi di nuovo”
E ancora: “Dal dì che nozze e tribunali ed are Diero alle umane belve esser pietose di sé stesse e d'altrui, tolgono i vivi all'etere maligno ed alle fere i miserandi avanzi che Natura con veci eterne a sensi altri destina. Testimonianza a' fasti eran le tombe ed are ai figli” (Foscolo)
Questi autori sopra citati sono solo due esempi di un'ampia produzione letteraria a riguardo di un argomento che da sempre ha interessato l'animo umano. Anche noi cittadini tuscanesi che viviamo la quotidianità dì questi giorni non possiamo rimanere indifferenti ad un problema che interessa non solo i nostri avi, ma anche noi e i nostri discendenti.
La visita al cimitero è un atto di carità e di pietà cristiana.
Dal greco. Cimitero è inteso come "Luogo di riposo" o "Dormitorio", meglio ancora "Camposanto", cioè luogo Sacro in cui riposano i corpi dei nostri cari, degni di rispetto e di venerazione, benedetti con l'incenso.
Nel Vangelo di Giovanni (Gv.19,41.) si legge: “Nell’orto c'era un sepolcro nuovo, dove nessuno era mai stato deposto, ivi deposero Gesù”.
Per la fede cristiana i defunti sono i "dormienti", coloro che riposano in attesa della Resurrezione finale.
Nei primi secoli venivano sepolti nelle Catacombe, luoghi sotterranei in cui i primi cristiani si radunavano durante le persecuzioni.
In buona sostanza chiediamo all’Amministrazione Comunale, attraverso questo spazio, che la modifica al Regolamento sia discussa con i cittadini di Tuscania come è successo nel 2004, quando l'Amministrazione di allora è andata incontro alle necessità dei singoli cittadini (prolungate le concessioni a cinquanta anni, annullate le spese contrattuali, abbassati i prezzi e rateizzati in tre anni) che sia fatta chiarezza e che si cerchino altre soluzioni capaci di salvaguardare gli interessi di tutti e tutelare il grande patrimonio culturale racchiuso nel nostro Cimitero.
In alcune città d'Italia e del mondo si organizzano visite guidate ai vecchi Cimiteri, considerati come musei a cielo aperto, dal valore religioso, etico - sociale, culturale, architettonico, urbanistico... Perché "I cimiteri sono un archivio straordinariamente suggestivo e affascinante di arte, di mentalità, di costume, di contemplazione, attraverso le esistenze individuali e le vicende collettive fi raccolte" (Gelati).
La civiltà di un popolo si riconosce dal culto che ha per i morti. Il nostro caro, vecchio Cimitero, invece sta perdendo la maggior parte delle sue testimonianze. E noi la nostra storia. Perciò domandiamo ai nostri Amministratori: Una volta finita la crisi economica, che cosa lasciamo ai nostri figli e nipoti? W. Churchill citato da Franceschi™, ministro della Cultura e del Turismo nella intervista di Fazio del 9 novembre 2014, ai generali che gli proponevano di finanziare lo sforzo bellico (II guerra mondiale) tagliando risorse alla cultura, li guardò e rispose con una domanda: “E allora per cosa combattiamo?”
Sono gradite delucidazioni, commenti, critiche.
Qui sotto l'immagine della lettera pervenuta: