Ricevo da Luigi Salvatori questo articolo del Corriere di Viterbo a firma di Fiorenzo de Stefanis e pubblico volentieri.
Poco tempo dopo l’insediamento della nuova giunta, Luigi Salvatori, Luigia Caferri Imerti e Gisèle Malaval docente alla Sorbona di Parigi, hanno presentato all’amministrazione comunale un loro progetto dedicato allo sviluppo turistico.
“Lo abbiamo fatto soprattutto perché amiamo Tuscania oltre ad essere appassionati di storia ed archeologia – afferma Luigi Salvatori – quando ci siamo incontrati con il sindaco Bartolacci e l’assessore alla cultura Ciccioli abbiamo riscontrato grande attenzione. Gli amministratori hanno mostrato non solo considerazione per il progetto ma anche una grande condivisione delle proposte operative.
Il progetto “Proposte per rivitalizzare il turismo a Tuscania” si basa essenzialmente sulla possibilità di mettere in rete tutti i beni archeologici e le energie disponibili sul territorio mettendole in comunicazione tra loro: artisti, studiosi, ristoratori, commercianti, ecc. In questo modo è possibile realizzare un progetto comune che aiuti l’economia e sappia rivalutare la grande cultura di Tuscania”.
Le iniziative previste dal progetto riguardano la riapertura delle sale superiori del museo nazionale, la valorizzazione delle necropoli, delle basiliche romaniche e degli altri monumenti presenti all’interno del centro storico, l’organizzazione di convegni sul tema degli etruschi in collaborazione con l’università e gli altri centri studi, la realizzazione di eventi culturali legati alle arti e alla gastronomia tipica degli etruschi.
Nel documento redatto da Luigi Salvatori, Luigia Caferri Imerti e Gisèle Malaval sono state inserite anche delle attività che caratterizzano il territorio di Tuscania come quelle equestri.
“Sono passato alcuni mesi ed ancora non ci è stata data alcuna risposta – afferma Luigi Salvatori - le idee indicate nel progetto andrebbero sviluppate ed a tal fine l’amministrazione comunale dovrebbe dedicare un’attenzione particolare alla ricerca di fondi europei anche istituendo un ufficio ad hoc. Bisogna sempre ricordare che “con la cultura si mangia, anche”. Sviluppando questi progetti possiamo restituire la speranza a tanti Tuscanesi per uscire in modo originale da una crisi economica e culturale che ha messo il paese in ginocchio”.