*-* CASO MASTROLONARDO: IL PAPÀ SCRIVE AI DIRIGENTI E AGLI AMMINISTRATORI DELLA NOSTRA ASL DI VITERBO AI MEDIA LOCALI E NAZIONALI - Succede a Tuscania - Toscanella - 2015

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*-* CASO MASTROLONARDO: IL PAPÀ SCRIVE AI DIRIGENTI E AGLI AMMINISTRATORI DELLA NOSTRA ASL DI VITERBO AI MEDIA LOCALI E NAZIONALI

Pubblicato da in Blog Toscanella ·
Ricevo questo nuovo appello di Mariano Mastrolonardo e pubblico. luigi pica

Sono il padre di Francesca Mastrolonardo, la ragazza che è stata reclusa presso la casa famiglia Il Ginepro di Narni. In questa lettera non vi parlo del mio dolore né di quello di mia figlia, che un personale che certo non opera per rendere coese le famiglie e per scopi del tutto sconosciuti ha fatto quel che ha fatto. Non vi parlo del disagio che vive tutta la famiglia disagio logistico ed economico, a fronte del nulla o peggio del nulla per mia figlia Francesca, al momento nessuno ha la possibilità di valutare un simile trauma, documentato anche dai carabinieri e dal personale ASL, che rilevanza futura avrà in mia figlia Francesca.
 
In questa lettera vi parlo della certezza che circa seimila euro al mese potevano essere risparmiati dalla nostra ASL che voi dirigete e amministrate. Io padre di Francesca ho la certezza che è stato fatto di tutto e di più per spostare dalla casa paterna alla casa famiglia l'attuale alloggio di mia figlia. Questa certezza deriva da una attenta lettura delle relazioni dell'equipe dell'UOSIDA dr. Panichelli, dr Salvatori, dr Rusch. Il contratto di alloggio è di euro tremila ma la dr Rusch in riunione mi ha affermato che il tutto verrà a costare molto, ma molto di più.
 
Conosco mia figlia da 23 anni, le ho dato il primo latte e l'ho seguita passo passo, so quello che può fare e quello che non può fare. In base alla mia conoscenza affermo che tremila euro sono un vero furto, mia figlia non ha bisogno di assistenza neanche per l'igiene, come è possibile che un posto letto costi questa enormità e inoltre è stata fatta una valutazione tra costi e ricavi? Questi soldi potevano essere risparmiati? Oppure dovevano essere risparmiati? In base alle stesse valutazioni dell'equipe mia figlia a casa mia (a costo zero) Francesca avrebbe potuto “partecipare attivamente ai progetti riabilitativi proposti dal nostro Servizio, mai avviati per l’opposizione della madre e il conseguente rifiuto della figlia; la frequentazione regolare di Francesca con entrambi i genitori con la mediazione dell’equipe ASL; la cura di tutte le necessità cliniche; il sostegno all’inserimento scolastico e la partecipazione ai relativi GLH.” ..perché sarebbe stato possibile tutto ciò: perché “in considerazione che il padre appare al contrario (della madre) desideroso di avere la figlia domiciliata presso di se, di garantire la frequentazione della madre, di farle fare gli accertamenti clinici previsti, di occuparsi dell’uso delle protesi acustiche nonché di tutte le altre necessità della figlia; …” “ … considerato che in un recente passato Francesca è stata domiciliata presso il padre con successo, si propone con urgenza il trasferimento temporaneo della ragazza presso il padre signor Mastrolonardo Mariano;"
 
così scrive l'equipe il 03/09/2013 Dr. Panichelli e Dott.ssa Rusch Dirigente UOSI Disabile Adulto AUSL Viterbo al Giudice Tutelare Dott. Nisi. Si tratta di una relazione che ha per “… Oggetto: Segnalazione gravità situazione utente Mastrolonardo Francesca …” “… si segnala la grave situazione di difficoltà della madre che non appare in grado né di far frequentare il padre alla ragazza, né di far seguire i progetti riabilitativi proposti a più riprese da questo Servizio, né far effettuare accertamenti clinici necessari al mantenimento di adeguate condizioni di salute, né di assicurare la regolare applicazione delle protesi uditive. Tale situazione di criticità è emersa nuovamente, in tutta la sua gravità, di recente, quando la madre ha abbandonato la figlia in Tribunale affermando di non volerla più tenere con sé, lasciandola in condizioni di totale disorientamento nella stanza del Giudice Dott.ssa Calia, così come descritto dall’Assistente Sociale delegata dall’ADS, Dott.ssa Tozzi. Come è possibile cambiare opinione in pochi mesi e senza che nulla cambi in Francesca e in me papà?
 
Come è possibile spostare mia figlia dalla casa paterna a costo zero per la comunità alla casa famiglia a costo di circa seimila euro al mese di cui tremila solo di fitto di un posto in questa casa a Narni, a fronte del nulla, o peggio del meno nulla, almeno rispetto al progetto descritto nella relazione sopra riportata, ma anche in altre relazioni tutte con lo stesso tema di urgenza e di destinazione. Sarà un tecnico di parte a valutare i due progetti e la fattibilità di entrambi sotto il profilo tecnico e umano, valutando costi e ricavi sotto l'aspetto tecnico e umano, questo ultimo progetto che non mi è stato consegnato favorisce nei fatti la casa famiglia ed esclude totalmente i genitori. Si demolisce la famiglia sana di Francesca al solo scopo di rendere possibile l'inserimento nella casa famiglia di Narni, questo si evince chiaramente dai documenti in generale, ma da quelli della stessa equipe in particolare.
 
Questo è l'argomento che vorrei proporre agli amministratori della nostra Asl e alla comunità che sostiene economicamente l'ASL. E' lecito non fare nulla o poco in cinque anni, riempendosi la bocca di rispettare la volontà di Francesca e escludendo l'uso della forza, e poi dopo tanta incapacità a riavvicinare il padre alla figlia, si violenta la volontà dell'assistita fino a sedarla e si fa uso della forza pubblica per spostarla in una casa famiglia. Questo genitore dice che non è lecito.
 
Un progetto ha una previsione di risultati, i risultati dei due progetti appaiono uguali. Allora a parità di risultati, perché si sceglie una via dolorosissima per mia figlia, per la madre e per questo padre? Perché si sceglie una via costosissima per l'ASL e quindi per la comunità intera? Perché si usano soldi inutilmente per una casa famiglia quando vi sono casi più bisognosi. La nostra sanità ha bisogno di spendere con oculatezza le sempre più scarse risorse. Ma noi usiamo le case famiglia anche quando non serve o quando vi sono delle alternative a costo zero.
 
Non ho più lacrime da versare per Francesca e durante il giorno devo ridere per mia figlia Giulia di appena dieci anni che non può essere gravata da tanta storia. Ma in questa lettera ho deciso di fare emergere che in questa storia vi è tanto fumo e spero per tutti noi che i dirigenti a cui mi rivolgo abbiano la volontà di trovare l'origine di questo fumo.
 
Concludo che sono disponibile a fornire agli amministratori e ai dirigenti tutta la documentazione, non solo delle relazioni menzionate, ma anche tutta la documentazione di come è stata realizzata l'assistenza da me chiesta continuamente dal lontano 2010 per giungere alla bella idea della casa famiglia, ciò comunque può avvenire solo alla presenza dei Media, purtroppo non mi fido più dell’Asl, avendo già avendo ascoltato le bugie che mi hanno detto nel raccontarmi come era stata prelevata mia figlia. Ora so che è stata prelevata con forza e contro la sua volontà fino a sedarla.
 
25 aprile 2015.
mariano mastrolonardo 3385847957



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