Si è svolto martedì 20 ottobre 2015 a Roma nella biblioteca della Camera dei deputati di Palazzo San Macuto l’incontro sul tema:“Il ciclo integrale delle acque: dalla qualità dell’acqua alla sua gestione”
La dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment) ha introdotto la sua relazione medico scientifica evidenziando come dal mancato rispetto dell’articolo 32 della Carta costituzionale in materia di tutela della salute, così come dal mancato rispetto e solo parziale attuazione del Decreto Legislativo 31/2001 - che disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano garantendone la salubrità e potabilità (vedi) - si siano generate situazioni di esposizione cronica delle popolazioni a sostanze tossiche e cancerogene con rilevanti e documentati danni alla salute in termini di aumento di rischio di mortalità e malattie.
La dottoressa Litta a questo proposito ha ricordato quanto accaduto relativamente all’esposizione cronica attraverso acque ed alimenti all’arsenico sostanza tossica e cancerogena certa di classe 1 secondo l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro ( I.a.r.c.).
Per oltre un decennio, le popolazioni interessate da questa problematica ambientale e sanitaria, ed in particolare quelle del Lazio, sono state molto spesso se non quasi del tutto lasciate all’oscuro circa i gravissimi rischi correlati all’assunzione di acqua ed alimenti contaminati da arsenico ed esposte a valori di arsenico fuorilegge, che hanno raggiunto anche i 50 microgrammi/litro, ovvero cinque volte il limite di legge previsto per questa sostanza tossica e cancerogena per la quale non esiste alcuna soglia di assoluta ed accettabile certezza per esposizioni croniche: l’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda infatti costantemente di porre in atto interventi ed azioni per portare questo valore il più possibile vicino allo zero.
Anche in questa vicenda come in tante altre che si sono consumate nel recente passato in Italia, ha continuato la dottoressa Antonella Litta, c’è stata una palese quanto grave inosservanza delle leggi in materia di tutela e prevenzione della salute e tra queste in particolare del Decreto Legislativo 31/2001.
La referente dell’ Isde ha chiesto quindi che si rafforzino da subito i controlli da parte degli enti preposti per una corretta applicazione ed attuazioni di quanto già previsto delle vigenti disposizioni di legge per garantire acqua pulita e salubre alle popolazioni, anche attraverso interventi di bonifica e lotta concreta alle diverse attività che producono inquinamento dell’ambiente e quindi dell’acqua (a questo proposito ha presentato il caso di studio del lago di Vico affetto da un grave processo di eutrofizzazione e degrado delle sue acque) .
A conclusione della relazione l’auspicio perché l’orientamento legislativo in materia di tutela della salute abbia sempre come elemento orientativo e fondamentale l’applicazione del Principio di Precauzione che “… fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici”.
L’applicazione di questo Principio, insieme alle sempre più forti evidenze scientifiche dell’azione patogena sinergica e di amplificazione degli inquinanti, ha ribadito la referente dell’Isde, dovrà portare ad un rafforzamento dei dispositivi attuali di legge in senso maggiormente cautelativo anche con la netta riduzione del contenuto, per tipo e quantitativo, degli elementi tossici e cancerogeni già considerati e tabellati per le acque destinate al consumo umano.
Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo
Viterbo, 21 ottobre 2015
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