Ricevo da Mariano Matrolonardo e pubblico nel mio blog:
I genitori sono stati convocati per il 5 agosto dal Giudice Tutelare di Viterbo. La convocazione parla di nuove possibilità per Francesca, se condivise dai genitori. IO CHIEDERO’ AL GIUDICE CHE USI TUTTA LA SUA FORZA PER FARE RISPETTARE I DIRITTI DI MIA FIGLIA FRANCESCA Chiederò al giudice di tutelare i diritti di Francesca facendoli rispettare dai genitori e dai tecnici: -\tdiritto alla bigenitorialità attiva e alla famiglia allargata, -\talla salute, -\talla riabilitazione, -\talla sicurezza economica per una vita dignitosa dopo la morte dei genitori. Se un genitore non agevola la bigenitorialità si deve punire questo, no Francesca.
Se un genitore non si attiene alle richieste dei medici specialisti e non consente neanche all'altro genitore di curare Francesca, si deve punire il genitore, no Francesca. Se un genitore non conduce Francesca alla riabilitazione dell’UOSIDA, bisogna punire questo, non Francesca.
Se un genitore non si prodiga per conservare la pensione di Francesca, bisogna dare spazio al genitore che non chiede soldi per nutrire e sostenere la figlia. Francesca ha visto svanire i suoi risparmi, circa €. 100.000 dal 2000 a oggi. Nessuno ha mosso un dito per evitare l’immiserimento di mia figlia. Nessuno ha considerato la volontà del padre di conservare interamente la pensione di Francesca al fine di usarla per il suo futuro, quando i genitori saranno morti. Sembra che la dignità economica di mia figlia non interessi a nessuno e tutti dividono e dispongono della piccola pensione di Francesca.
Dal 2001 si trascina una situazione di affido e di contestuale abbandono. Francesca da piccola fu affidata alla madre, ma viveva equamente con i genitori come da disposizione del Trib. Minori. La madre totalmente abbandonata, dopo Francesca, è la più danneggiata. Perché nonostante sia stata valutata già nel 2001 nelle sue mancanze, così come il padre. Non è stata mai sostenuta in nessun modo dalle strutture preposte, infatti la sovrabbondanza materna del 2001 poteva essere arginata.
Ora ci troviamo in un disastro psicologico ed economico che Francesca subisce senza averne colpa. CON LA MADRE DA ANNI CERCO LA CONDIVISIONE DEI DIRITTI DI NOSTRA FIGLIA Proprio l’altro giorno le ho chiesto un incontro per stabilire una linea e una condotta unica. Non immaginate quante volte ho chiesto alla madre la collaborazione. Non c’è verso o modo. Lei sa quello che è meglio per nostra figlia e rifiuta qualsiasi collaborazione.
Se qualche amica riesce a convincerla a un incontro per stabilire insieme la difesa dei diritti di Francesca, le sarei molto grato. SE IL GIUDICE MI CHIEDERA’ UN PARERE SUL RIENTRO DI FRANCESCA PRESSO LA MADRE IO NON POTRO’ CHE ESSERE CONTRARIO. Trasferire Francesca dalla casa famiglia alla casa materna significherebbe peggiorare ciò che è già peggio. Aggiungere violenza alla violenza. Francesca ha subito danni enormi e irreversibili, tanto da modificarne il carattere, già messo a dura prova dalla privazione del padre per tre anni. Più i tre mesi e mezzo di chiusura nella casa famiglia il Ginepro di Narni. In questo tempo non è stata mai presentata al padre. Perché? Credo che l’alto costo del misero lettino nella piccola stanza con le sbarre alla finestra abbia il suo peso nel determinare i tempi per riabilitare il rapporto paterno interrotto dalla madre e dall’inerzia dell’UOSIDA con la sua dirigente dr Rusch alla quale, in cinque anni, tantissime volte ho pregato di non lasciare incancrenire la sovrabbondanza materna.
Questa storia è così assurda che questo padre pensa che l’attuale organizzazione diretta dalla dr Rusch è totalmente inadeguata oppure ci sono interessi contrari al benessere di Francesca. In entrambi i casi voglio affermare che è gravissimo quello che è avvenuto e che avviene tuttora. Le strutture a tutela di Francesca sono diventate i suoi carcerieri e i genitori che sbagliano sono lasciati in totale libertà. Chi ha il potere di stabilire normalità e umanità in queste strutture non si adopera. Al giudice chiederò un avvicinamento di Francesca in una casa famiglia di Viterbo o nelle vicinanze, oppure nella casa paterna di Francesca, dove l’aspetta la sua stanza e il suo guardaroba. Voglio precisare che la mia casa e la stanza personale di Francesca è a totale disposizione dei nuovi tecnici che avranno da me la totale collaborazione come era con la dr Rusch prima dell’odiosa violenza su mia figlia. In attesa di una sistemazione autonoma, semmai nella stessa Tuscania, dove anche io potrei trasferirmi. Fare rientrare Francesca a casa della madre come per dire che abbiamo scherzato è veramente da escludersi. Francesca ha bisogno di riavere suo padre e di vedere rispettati tutti i suoi diritti, la madre, come ho già detto, non ha intenzione di rispettare uno solo dei diritti esposti.
LA LIBERTA’ DI FRANCESCA INIZIA DAL RISPETTO DEI SUOI DIRITTI. SENZA DIRITTI REALIZZATI NON C’E’ LIBERTA’. Come sempre chiedo per il bene di Francesca un confronto con tutti coloro che lo desiderano. Un confronto pubblico o privato. Chiedo un confronto con i superiori della dr Rusch per motivarli alla rimozione dal progetto riabilitativo di mia figlia i tecnici attuali che tra le tante mancanze hanno perso la fiducia dei genitori. Vorrei confrontarmi con i conoscenti e gli amici di Francesca, con i giornalisti, in particolare con il giornalista Francesco Ruotolo che ha curato per la madre la vicenda di mia figlia. Come sempre affermo che tutte le mie parole sono supportate da documenti ufficiali, che metto a disposizione di chi volesse, per il bene di Francesca, approfondire le negligenze e i maneggi delle strutture che riguardano tutti non solo mia figlia.
Ringrazio per la Vostra attenzione.
Vetralla, 25 luglio 2015
mariano mastrolonardo
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