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Fonte: NewTuscia
Di Luciano Segatori
Da anni osservo, tra molte altre cose, l’evoluzione delle sanzioni amministrative derivanti dalla violazione del Codice della Strada. E’ una materia affascinante perché lì è possibile vedere l’evoluzione dell’italico genio, ma anche il decadimento pratico della democrazia e del conseguente principio costituzionale di legalità che è (o dovrebbe essere) il fondamento della nostra Repubblica.
Le Pubbliche Amministrazioni locali, sempre più orfane dei trasferimenti dello Stato centrale, molto spesso praticano quella che agli italiani viene universalmente riconosciuta: l’arte di arrangiarsi. In questi anni ho assistito alla costante stratificazione delle leggi in materia, alle loro più strampalate interpretazioni ed applicazioni, al progresso della tecnologia finalizzata alla rilevazione delle infrazioni ed all’enorme business che ne è nato.
Ormai sono rarissimi i comuni che non hanno (di proprietà o a nolo) un autovelox. In questa occasione voglio concentrare la mia (e la vostra) attenzione su due casi emblematici di questa estate 2015: le due postazioni fisse che il Comune di Campagnano di Roma ha fatto installare sulla Cassia e lo “Scout Speed” in modalità dinamica “ad incrocio” che la Polizia Locale di Tuscania usa sulle strade provinciale limitrofe al comune.