● - TUSCANIA DEDICA UNA PIAZZA A DON STENO SANTI, UNA CERIMONIA COMMOVENTE - Succede a Tuscania - Toscanella - 2017


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● - TUSCANIA DEDICA UNA PIAZZA A DON STENO SANTI, UNA CERIMONIA COMMOVENTE

Pubblicato da in Dal Web ·
 

 
 
Una voce calma e paterna e uno sguardo dolce e confortante, ma anche le parole sempre giuste e capaci di infondere serenità e pace interiore. Era semplicemente questo don Steno per chi lo ha conosciuto. Un sacerdote e un padre. Un rifugio nei momenti bui. Buono. Umano. Vero. Tuscania lo ricorda dedicandogli una piazza tra via Piansano e via della Lega.
 
Un provvedimento fortemente voluto dal sindaco Fabio Bartolacci e da tutta la sua amministrazione con l’obiettivo di onorare la sua memoria. Ieri la cerimonia con lo scoprimento della targa. Un momento allegro e allo stesso tempo commovente con tante persone tra fedeli, parenti e sacerdoti della provincia che hanno voluto omaggiarlo.
Ha cantato anche il coro della cattedrale che don Steno aveva tanto voluto.
Lo hanno ricordato il sindaco, che ha speso belle parole sul sacerdote e la sua missione nella comunità tuscanese, don Angelo Gargiuli e il nipote Umberto Conticiani. C’era anche il vescovo Lino Fumagalli.


Un breve video della cerimonia
 
È stata scelta una piazza in cui risiedono giovani e non a caso, ma perché proprio loro chiedendo chi di quel nome possano anche avvicinarsi ai tanti insegnamenti che ha lasciato.
 
Nato nel 1927, il sacerdote morì nel 2004 dopo essere stato parroco del Sacro Cuore e del Duomo dal 1985.
 
“Umile straordinarietà di un prete della terra di Tuscia – recita la motivazione della delibera comunale riguardante l’intitolazione -, da molti considerato un grandissimo uomo. Ebbe una vita sempre lontana dai riflettori ma certamente non comune. Sapeva dare tutto in carità e non si contavano quelli che si rivolgevano a lui per benedizioni.
 
Ha lasciato in tutti un ricordo incancellabile fatto di bontà e di fede e di dedizione ai suoi fedeli. In tanti che lo hanno conosciuto e in tanti che ne hanno solo sentito parlare è considerato una figura di elevata statura etica e morale, con un forte ascendente tra i giovani per la sua capacità di ascolto e di infondere i concetti di solidarietà e amore verso gli altri. Una mente illuminata, un educatore sapiente con una capacità oratoria che richiamava i fedeli alle sue omelie, diventate per molti un appuntamento fisso della messa domenicale”.
 
Le motivazioni del provvedimento comunale sono pienamente condivise dall’attuale parroco del paese don Davide Maccarri.
 
“Sono felicissimo che gli sia stata dedicata una piazza – dice don Davide – perché è stato un vero sacerdote. Un uomo che ha dedicato la sua esistenza al Signore e al bene dei suoi fratelli. L’ho conosciuto che ero bambino e mi ha indirizzato lui su questa strada. Siamo stati sempre uniti, sia quando era padre spirituale a Viterbo e poi dopo quando è diventato il mio confessore. Se avevo qualche piccolo problema, sapevo di poter andare sempre a bussare al suo cuore, perché, con tanta pace e tanta serenità, sapeva dire la cosa giusta indicandomi la via del Signore.
 
Per la comunità, ha rappresentato un punto di riferimento spirituale e chi si rivolgeva a lui, sapeva di trovare un sacerdote accogliente in grado di dare una mano, specie nel rapporto con Dio.
 
Stava sempre nella sagrestia del Duomo, spesso anche al freddo e tanta gente ci andava a parlarci. Stava nel silenzio, parlava poco e ascoltava. È stato un dono di Dio. Il nostro paese – conclude don Davide – deve trovare un centro e deve trovarlo in Gesù. Dedicare una piazza a don Steno, è stato un segno dal cielo e lo stimolo a ritrovare la nostra spiritualità”.
 
Da Viterbo, è arrivato anche don Flavio Valeri che, con don Steno, è stato parroco a Tuscania per diversi anni.
 
“Dopo averlo conosciuto, di nome e di vista, quando ero seminarista – racconta don Flavio – ho iniziato a frequentarlo nel 1985 quando sono stato inviato a Tuscania. Andai a presentarmi e, subito, mi colpirono il suo stile paterno e il sorriso con cui mi accolse. Da lì è nata una stima e un’amicizia che è cresciuta nel tempo. Andavo spesso a confessarmi da lui, e non ero l’unico prete ad attingere dalla sua sapienza per la mia missione. E’ stato molto stimato nella diocesi ed era amico di tutti.
 
Per me e per tutti, è stato un modello per come ha vissuto la vita e il ministero sacerdotale. Un prete di grande spiritualità ed è per questo che tanti laici andavano da lui per dei consigli. Secondo me, ha anche trascurato sé stesso per dedicarsi agli altri.
 
Ho un ricordo particolare che mi colpì come giovane prete: non ricordo l’anno, ma a distanza di pochi giorni, morirono i suoi genitori e, anche se erano abbastanza anziani, era un momento di tristezza. Mi sentii in dovere di stargli vicino e di andarlo a consolare, quando invece fu lui a consolare me. Questo mi aiutò moltissimo nel mio ministero sacerdotale, vedendo come, con questo dolore, così improvviso e immenso, fu lui che riuscì a esprimermi la fede che deve accompagnare noi parroci nei momenti difficili. Tuscania – conclude – fa bene a fare questa memoria perché è stato uno dei più grandi preti che il paese abbia avuto”.
 
Paola Pierdomenico
 



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