Ninni è il quattro zampe più anziano del Rifugio Speranza. È malato da tempo e oggi ha lasciato la sua vita terrena e i due umani che lo hanno amato e curato e che lo hanno fatto sentire speciale.
Era cieco da diversi anni e camminava con molta fatica per via dei tanti dolori che lo affliggevano. Oggi è stata una brutta giornata per lui sia perché pioveva e sia perché non riusciva ad alzarsi dalla sua cuccia. Ha cercato in tutti i modi di far sì che le sue zampe lo reggessero, ma non volevano collaborare. Il suo amico Sabino gli ha somministrato la pillola, che ogni giorno deve assumere, e gli ha detto “Non preoccuparti Ninni, ti tengo io!”. Lo ha fatto uscire dal suo recinto e lo ha accompagnato per una piccola passeggiata verso i punti in cui tutti gli ospiti del rifugio vanno a fare i loro bisogni. Sentiva le zampe estremamente pesanti e gli girava la testa. Ha provato a marcare il suo territorio come era solito fare ma è caduto. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo. Il suo amico umano allora lo ha preso in braccio e lo ha riaccompagnato nel suo box. Lo ha steso nella sua cuccia sulle coperte e i vecchi cuscini e ha cominciato a coccolarlo “Non preoccuparti, Ninni. Devo coprirti”.
A Ninni piace il modo in cui Sabino e Teresa, da anni, lo coccolano e lo viziano ma oggi è diverso, la loro presenza rende la giornata più bella anche se sente tutto più pesante e faticoso. Sabino lo ha accarezzato e gli ha toccato le zampe, erano fredde ed il respiro, in alcuni momenti, era davvero difficoltoso. Si è allontanato e poi è tornato assieme a Teresa. Hanno iniziato entrambi a coccolarlo, cercando di ributtare indietro le lacrime che copiose scendevano dai loro occhi. Ninni non avrebbe voluto che piangessero, gli avrebbe spezzato il cuore vederli tristi.
Dopo poco, la sua mente ha cominciato a spegnersi. Ha guardato per l’ultima volta i suoi amici umani che ha amato tanto. Ha appoggiato la sua testa contro la mano di Sabino, ha chiuso gli occhi e ha smesso di respirare.
Oggi è stato anche il compleanno di Sabino e Ninni avrebbe voluto aspettare ancora, almeno, un altro giorno prima di andarsene ma era stanco, molto stanco.
Renato Bagnoli