“Il calo della produzione farà crollare i redditi e la capacità di spesa, influendo sul sistema economico regionale.
È infatti evidente che i milioni di euro persi dagli olivicoltori mancheranno al mercato locale dei consumi. Ogni perdita di valore in agricoltura si traduce, oltre che nella minore offerta di prodotti di qualità, anche in un inevitabile impoverimento dell’economia regionale”.
Il presidente della Coldiretti del Lazio, David Granieri, suona l’allarme. Nella nostra regione di olio extravergine di oliva, causa la siccità e il caldo record, se ne farà meno dell’anno scorso. “Previsioni ancora prudenti indicano una perdita media di produzione del 40% rispetto ai volumi della scorsa raccolta, con una contrazione che si spalmerà uniformemente sul territorio regionale” aggiunge Granieri.
Si calcola che il calo di produzione equivarrà a una perdita economica di 150 milioni di euro (60 milioni di euro che andranno persi nella Sabina tra Roma e Rieti, altri 60 si stima mancheranno tra Latina e Frosinone e 30 milioni in fumo nell’area viterbese delle Dop Canino e Tuscia).
L’ultima campagna olearia regionale fu di 11.025 tonnellate di olio da 91.145 tonnellate di olive, in calo del 47% rispetto alla precedente con 20.877 tonnellate di prodotto (dati Op Latium, Organizzazione produttori olivicoli, dai quali sono esclusi quelli da produzione per autoconsumo). Nella nostra regione sono in funzione 334 frantoi (87 in provincia di Frosinone, 82 a Roma, 77 a Viterbo, 45 a Latina, 43 a Rieti).
Nel 2016 in provincia di Frosinone si ottennero 2.133 tonnellate di olio da 15.939 tonnellate di olive, 1.013 in provincia di Latina da 8.253 di olive, 1.038 a Rieti da 8.161 tonnellate di materia prima, 2.870 a Roma da 23.349 tonnellate di olive, 3.969 di olio a Viterbo da 35.441 tonnellate di olive.
Nel Lazio l’olivicoltura è molto diffusa e la superficie investita ad olivo (dati Istat 2013) è di 80.000 ettari (a Roma la superficie a uliveti è del 30%, del 23% a Frosinone, del 17% a Viterbo, del 16% a Latina, del 14% a Rieti).
La superficie media aziendale è minima, solitamente inferiore ad 1 ettaro, mentre sale a 1,5ettari nelle aziende specializzate. Quattro gli oli Dop laziali: Canino, Tuscia, Sabina e Colline Pontine. “Quest’anno avremo meno olio.
Costerà di più, ma invito i consumatori – conclude Granieri – a privilegiare quello locale, acquistandolo dagli olivicoltori o presso i frantoi”.