● - AGRICOLTURA, SOLIDARIETA’, MIGRANTI E RIFUGIATI: un'idea per gli agricoltori (e non solo). di Dario Mencagli - Succede a Tuscania - Toscanella - 2017


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● - AGRICOLTURA, SOLIDARIETA’, MIGRANTI E RIFUGIATI: un'idea per gli agricoltori (e non solo). di Dario Mencagli

Pubblicato da in Blog Toscanella ·


Parecchi anni fa, mia moglie ed io, siamo stati in Africa (Guinea Bissau), come volontari, prima in programmi diversi; poi ci siamo incontrati e ci siamo sposati, sempre in Africa. Abbiamo fatto insieme un progetto con la diocesi di Bissau e coi missionari del Pime (Pontificio istituto missioni estere). Allora eravamo noi ad andare. Adesso sono gli Africani ( e anche asiatici e americani) a venire da noi, percorrendo strade ogni giorno più difficili e spesso drammatiche. Le nostre figlie sono cresciute e sono a studiare lontano da casa. Ci siamo chiesti se potevamo fare qualcosa per migranti e rifugiati, qui da noi,  Come europei, come cristiani.

Abbiamo avuto un’ispirazione dal film   “Nuove Terre” (cinque cortometraggi per raccontare l'agricoltura sociale) di Francesca Comencini e Fabio Pellarin. Lavoro coordinato dal professor Saverio Senni dell'università della Tuscia, profondo conoscitore e studioso, ormai da parecchi anni, dell’agricoltura sociale in Italia e in Europa.

Nei  cinque racconti si parla di cooperative sociali, in tutta Italia, che accolgono, insieme a disabili, migranti e rifugiati. Ci è rimasta impressa un’azienda con un giovanissimo afgano e due africani. Abbiamo cercato chi si occupa, nella nostra provincia, di integrazione per migranti e rifugiati. Esistono per questo i fondi SPRAR (sistema di protezione e accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati).

Abbiamo trovato l’ARCI e la cooperativa Sociale Alice. Immagino che ci siano altre organizzazioni che si interessano a queste persone, ma non le conosco. ARCI e ALICE hanno scelto di fare integrazione diffusa: poche persone che vivono in case normali, vicino a noi, evitando concentrazioni di decine e centinaia di persone in un solo posto. Ci hanno proposto la possibilità  di ospitare tirocini in agricoltura, gli stessi offerti ai giovani Italiani. Da noi non ci sono industrie e servizi, come al Nord e nelle grandi città. La provincia di Viterbo, invece, ha in percentuale un numero di agricoltori superiore alla media nazionale. E’ possibile fare due tipi di tirocinio. Uno, organizzato dal COL (centro orientamento lavoro), ufficio del Comune di Viterbo. Il giovane vive a casa sua, viene in azienda per 6 mesi, trenta ore a settimana, lavorando e imparando l’agricoltura. Riceve dalla Regione 300 euro al mese (spesso, purtroppo, con molto ritardo) e 200 euro al mese (totale 500 euro al mese) dall’Azienda che lo ospita. E’ richiesto all’azienda di fare un’assicurazione RC (responsabilità civile) per chi fa il tirocinio: costa 80 euro e vale per un anno.

Un altro tipo di tirocinio, organizzato dalla Provincia  (presso il Centro per l’impiego di Tarquinia: Tuscania dipende da Tarquinia): dura 3 mesi. Il giovane viene a fare pratica agricola per 35 ore settimanali, viene iscritto all’INAIL (con relativi contributi dall’azienda) e viene fatta una assicurazione RC.  Riceve 400 euro al mese. Ho saputo che a Montalto ci sono 3 migranti che stanno facendo tirocinio in agricoltura. Qui a Tuscania non so se ce ne siano.

Spesso si sente dire che questi migranti “stanno tutto il giorno senza far niente e dobbiamo pure mantenerli”. Quelli che abbiamo conosciuto noi sono in continua ricerca di un lavoro, per sé stessi e per poter mandare qualcosa a casa, come facevano i nostri emigranti. Ricordo che, negli anni ’50, studiavamo a scuola che le “rimesse degli emigranti” (i soldi che mandavano alle famiglie in Italia) erano la voce più importante del bilancio italiano.

Per chi fosse interessato a questa accoglienza, offrendo un tirocinio, non solo in agricoltura, può ricevere informazioni più dettagliate delle mie, parlando direttamente
-con l’ARCI  (via Genova 15, Viterbo, tel. 0761 326513)
- e con la Coop. Sociale Alice (Tarquinia, strada vicinale Scorticagatti 73-75, tel. 0766 842752)
Ho pensato di raccontare di questa possibilità di accoglienza, perché
-mi pare pochissimo conosciuta
-offre un’integrazione molto positiva (è più facile imparare l’italiano stando con italiani, invece che stando con stranieri di tanti paesi diversi)
-può offrire un aiuto concreto e continuato (di 3 o 6 mesi) agli agricoltori  della nostra provincia.

Dario Mencagli



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