Da Valerio Di Marco -10 marzo 2017
E’ finalmente tempo di programmare qualche gita fuori porta. Il Lazio, a nord della Capitale, come si sa offre parecchie mete ad un tiro di schioppo che si possono visitare in una giornata.
Tuscania, per esempio: 90 km da Roma, per un’oretta di tragitto percorrendo la Cassia fin quasi a ridosso del confine con la Toscana.
Questa cittadina in provincia di Viterbo, a metà strada tra il capoluogo e la costa tirrenica, ha un paio di singolari caratteristiche che l’accomunano a Roma.
La prima è che sorge anche lei su sette colli. Nel suo caso, sette promontori di roccia tufacea che dominano la Valle del Marta. La seconda è che – stando alla mitologia – la cittadina della Tuscia fu fondata da Ascanio, figlio di Enea, l’eroe greco che fuggì da Troia in fiamme e approdò sulle coste laziali.
La storia in pillole. Chi conosce un po’ di storia di Roma sa che da Enea, e quindi da Ascanio, discese la stirpe che portò a Romolo e Remo. Ma il mito, si sa, ci viene in soccorso laddove mancano le prove storiche.
In questo caso, per trovarne di incontrovertibili dobbiamo arrivare all’età etrusca, periodo durante il quale Tuscania ebbe un notevole sviluppo e si trasformò da piccolo villaggio a città-stato fiorente, affermandosi come ponte commerciale e viario tra i centri dell’entroterra e quelli della costa.
Due colonne dell’economia furono l’agricoltura e la pastorizia. E da buoni pastori, i tuscanesi si sottomisero a Roma nel 280 a.C. senza colpo ferire.
Non ci sono evidenze storiche di guerre tra le due fazioni, pertanto si assume che la conquista fu pacifica.
Dei periodi etrusco e romano si hanno testimonianze nell’area archeologica del colle di San Pietro, visitabile tutti i giorni escluso il lunedì, e nel Museo Nazionale Etrusco, nei pressi della Chiesa Santa Maria del Riposo.
A seguito della caduta dell’Impero Romano, anche Tuscania fu depredata dai barbari. Ci volle Carlo Magno nel VIII Secolo per liberarla dal giogo dei Longobardi e farla rifiorire nelle mani della Chiesa, sotto la cui egida rimarrà fino al 1870.
Pertanto non è un caso che qui il sentimento religioso sia molto forte, e ciò grazie anche al fatto che per un certo periodo vi risiedé Francesco d’Assisi. Oggi le chiese più importanti sono quella di San Pietro, sull’omonimo colle, e quella di S.ta Maria Maggiore, più a valle.
Tuttavia anche la storia di Tuscania è fatta di alti e bassi, e i bassi iniziarono nel XIII Secolo, in primis per via delle contese tra Guelfi e Ghibellini e poi per la crisi economica conseguente alla perdita d’importanza della via Clodia. Anche il nome della città, in virtù del comprovato declino, cambiò in senso dispregiativo: da Tuscania a Toscanella. Solo con l’annessione al Regno d’Italia iniziò la risalita. E nel 1912 si tornò alla vecchia denominazione di Tuscania.
Gironzolando per la città. Oggi la città offre tantissimo, nonostante nel 1971 fu colpita da un terremoto di magnitudo 4,5 che provocò 31 morti e molti danni agli edifici.
Simbolo civile della ricostruzione fu il Teatro “Il Rivellino” che l’amministrazione comunale riaprì nel 1998. Da allora, ogni anno, la stagione è ricchissima di eventi.
La parte più bella della città è ovviamente il centro storico, molto curato e ben tenuto. E il Belvedere di Torre Lavello offre una delle più straordinarie “cartoline” della Tuscia. Come da togliere il fiato sono le bellissime rovine dell’antico Castello del Rivellino.
Eventi durante l’anno. Tuscania è una città dal grande passato ma anche dal presente in divenire, e durante l’anno sono tantissime le iniziative e manifestazioni che vi si tengono.
E se per la sagra della frittella di gennaio ormai è tardi, ad aprile segnatevi la famosa processione del Venerdì Santo, una delle più importanti della Tuscia.
Senza dimenticare la Fiera di maggio, una due giorni tra sport, cultura e il tradizionale mercato.
E sempre a maggio, gli appassionati di equitazione potranno imbizz….ehm sbizzarrirsi con la Fiera del Cavallo. Mentre da luglio l’Estate Tuscanese promette di farci divertire ogni sera con concerti, spettacoli, proiezioni di film e mostre d’arte.
Il culmine della rassegna saranno le feste patronali di metà agosto.
Tuscania sul grande schermo. Ma Tuscania è anche una delle mete più ambite del turismo “cinematografico”, poichè è stata set di importanti pellicole italiane ed internazionali.
Tra le più note, “L’armata Brancaleone”, di Mario Monicelli: immaginate Vittorio Gassman e Gian Maria Volontè uno di fronte all’altro, con Tuscania sullo sfondo: per la perfezione basta poco.
Ma altri due giganti calcarono queste terre, vale a dire Pasolini e Totò: l’uno in veste di regista, l’altro di attore in quella pietra miliare del cinema italiano che è “Uccellacci e uccellini”, il film in cui il grande comico napoletano e Ninetto D’Avoli vestono i panni di due fraticelli alle prese con un corvo parlante. E marxista.
Pasolini conosceva bene questi luoghi e già nel 1964 li aveva inseriti in un’altra sua pellicola, “Il Vangelo secondo Matteo”.
Ma non bisogna dimenticare anche Franco Zeffirelli, che qui girò alcune scene del suo “Romeo e Giulietta”, del 1968. E il grande cinema americano, con Orson Welles e il suo “Otello” del 1952, e “Ladyhawke”, film di genere medieval-fantasy uscito nel 1985 e diretto da Richard Donner.
Valerio Di Marco