● - AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TUSCANIA SIG.RA STEFANIA NICOLOSI - Succede a Tuscania - Toscanella - 2019

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● - AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TUSCANIA SIG.RA STEFANIA NICOLOSI

Pubblicato da in Insieme per Tuscania ·

 
I sottoscritti Consiglieri di minoranza Regino Brachetti, Vincenzo Potestio, Anna Rita Properzi e Serenella Pallottini in relazione alla convocazione del Consiglio comunale del prossimo 14 agosto e per l’atteggiamento deliberatamente assunto in sede di conferenza dei capigruppo quando si è presentata solo per comunicare l’assenza del capogruppo di maggioranza e il fatto che da lì a poco anche lei se ne sarebbe andata rappresentano quanto segue.
 
Prima di tutto ci preme ricordarle brevemente gli aspetti, di cui si dovrebbero occupare tutti coloro che dovessero rivestire il suo incarico, quali: programmare le adunanze del consiglio, stabilire l’ordine del giorno su richiesta del sindaco, della giunta, delle commissioni, dei singoli consiglieri o su propria iniziativa; convocare e presiedere il consiglio e dirigerne i lavori. Il presidente è inoltre investito del potere discrezionale di mantenere l’ordine, assicurare l’osservanza delle leggi, la regolarità delle discussioni e delle deliberazioni; assicurare preventiva e adeguata informazione ai gruppi consiliari e ai singoli consiglieri sulle questioni da sottoporre al consiglio; raccordare le attività di indirizzo e di controllo proprie del consiglio e di amministrazione e governo di cui è responsabile il sindaco.
 
Come può ben intendere ce n’è di materia per far balzare il suo incarico al secondo posto nell’elenco delle cariche comunali con le maggiori responsabilità. Crediamo però che non esista in seno alla nostra attuale amministrazione una cultura che riconosca il rilievo della sua figura all’interno del nostro Comune.
 
Proprio due anni fa, all’atto del suo primo insediamento, dichiarò: “Cercherò di essere imparziale e corretta sia per la maggioranza che per la minoranza ... porterò avanti il mio lavoro nel rispetto delle regole”. Impegno che, anche durante l’ultima conferenza dei capigruppo, sembrerebbe aver dimenticato.
 
Tuttavia la tradizione degli ultimi anni è schiacciante, lei e il suo predecessore non avete fatto granché per affermare la vostra posizione, anzi per meglio dire non avete fatto proprio niente. E’ capitato spesso che, per ogni singolo adempimento, durante lo svolgimento dei consigli, si sia rivolta in modo ridicolo chiedendo il parere del Segretario: “Sentiamo cosa ne pensa il segretario”, mettendosi così sotto i piedi quel minimo di autorevolezza che dovrebbe necessariamente possedere.
 
Nella stragrande maggioranza dei casi si è appiattita, come la maggior parte dei consiglieri di maggioranza sulle posizioni del sindaco fatto salvo, come dovrebbe essere ovvio, il doveroso rispetto dei diritti di tutti i consiglieri, in prima linea di quelli di minoranza.
 
 
 
Ci rendiamo perfettamente conto che, secondo il suo modo di intendere le prerogative del presidente, sarebbe assolutamente assurdo assecondare le richieste di una minoranza consiliare che vorrebbe un presidente come antagonista del sindaco, in quanto a capo di un organo collegiale titolare dei più ampi poteri sull’operato dello stesso sindaco e della giunta.
 
Ci rammarichiamo anche del fatto che sino ad oggi abbia mantenuto atteggiamenti scialbi, insignificanti, superficiali e subalterni rispetto alla posizione del sindaco; ai nostri occhi si è rivelata una semplice passacarte e in qualche caso un notaio, inteso nel senso di colui che prende nota.
 
Avremmo auspicato una maggiore consapevolezza delle vere funzioni di chi impersona e rappresenta un organo comunale politico e amministrativo con prerogative alla stregua del sindaco, della giunta e del consiglio; cioè di un soggetto che è centro di poteri e di competenze con posizione giuridica e politica di rilievo in seno al Comune.
 
Bisognerebbe aprire una parentesi sulle modalità di esercizio dei suoi poteri sul consiglio comunale e sulla sua presunta, o reale che sia, autonomia politica e amministrativa rispetto alla responsabilità del sindaco. Il discorso è complicato ma in poche parole possiamo dire che il complesso dei poteri dell’amministrazione comunale non può considerarsi più un blocco marmoreo formato da Consiglio, Sindaco e Giunta saldati insieme. Oggi abbiamo due blocchi: il Consiglio, che dà gli indirizzi e controlla la loro attuazione, e il sindaco, coadiuvato dalla Giunta, che amministra e governa.
 
E’ difficile parlare di pari dignità o peso tra i due organi, ma è certo che i maggiori ed estesi poteri conferiti al sindaco sono e debbono essere in qualche modo riequilibrati da quelli del consiglio. Da qui la speciale posizione cui assurge chi incarna la figura di presidente del consiglio comunale con la funzione di raccordo e di coordinamento che, se assolta con scrupolo e lungimiranza, fa di costui una figura di primo piano del comune e nella città. E evidente che per ricoprire tale ruolo occorrono personalità ed esperienza politica, requisiti che a nostro avviso lei non sembrerebbe possedere visto il suo ultimo atteggiamento nei confronti del nostro capogruppo.
 
La figura del sindaco nell’ordinamento attuale, nell’immaginario popolare ma soprattutto nell’ambito dei consiglieri di maggioranza è totalizzante, ma, senza nulla togliere al sindaco, noi le chiediamo una sua maggiore autonomia all’interno del nostro dibattito politico e amministrativo. Un prezioso e necessario arricchimento da non trascurare.
 
Secondo noi democrazia significa contare le teste e metterle sempre in condizione di presenziare e partecipare attivamente, cosa che non sarà possibile per il prossimo consiglio visto che ella non si è minimamente preoccupata di sapere se la data da lei stabilita fosse di qualche impedimento per alcuni consiglieri di opposizione.
 
Dovrebbe sforzarsi di favorire in ogni modo i consiglieri di minoranza nello svolgimento del loro ruolo, giuridicamente riconosciuto, mettendoli nelle condizioni di esercitare al meglio il loro compito garantendo la possibilità di poter presenziare alle sedute consiliari, l’osservanza e la concreta attuazione dei principi fondanti della democrazia locale, basati sulla trasparenza, la legalità, la partecipazione e il controllo.
 
Dovrebbe sostenere il metodo del processo democratico ma soprattutto la funzione della minoranza e il suo prezioso ed insostituibile ruolo volto da una parte a controllare, vigilare e verificare la conduzione della “cosa pubblica” locale, e dall’altra a proporre, rappresentare, sostenere i cittadini e la società civile e, caso per caso, condividere eventualmente gli atti della maggioranza.
 
Secondo quanto disposto dal Testo Unico la gamma degli strumenti che debbono essere messi in atto per il perseguimento degli obiettivi sono: gli ordini del giorno, le proposte di atti deliberativi, gli emendamenti, le determinazioni dirigenziali, le mozioni e le interrogazioni che rappresentano un aspetto fondamentale per seguire l’andamento concreto dell’azione amministrativa ma, per quanto riguarda gli ultimi due strumenti, sembra essersene dimenticata ancora una volta. Una dimenticanza voluta?
 
Concludendo non possiamo non ricordarle quanto affermava Albert Camus: “la democrazia non è la legge della maggioranza, ma la protezione della minoranza”.
 
Cordiali saluti
 
I Consiglieri di minoranza:
 
Regino Brachetti,
 
Vincenzo Potestio,
 
Anna Rita Properzi,
 
Serenella Pallottini.



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