Ricordo ancora oggi, che in un Carosello dei primi anni 70 un’azienda che produceva prodotti caseari riassumeva così la sua promessa al pubblico: “la fiducia è una cosa seria e si dà alle cose serie”.
Nella sua semplicità è una bella frase; chiara, con un vago spirito educativo e da cui non si evince una presunzione auto celebrativa sulla credibilità di chi la trasmette ma che invece troviamo spesso in molte campagne pubblicitarie di oggi. È una frase generica, aperta, che fa garbatamente riflettere sull’importanza della fiducia e lascia aperto il giudizio sulla coerenza di chi la propone. Andrebbe prescritta come sistema di prevenzione o vaccino, e distribuita generosamente a tutti, soprattutto ai politici, con una posologia particolare: da leggere, memorizzare e applicare ogniqualvolta la si dovesse dimenticare.
Ogni giorno per andare al lavoro, per mangiare, per muoverci, per vivere compiamo una serie infinita di atti di fiducia. Ci affidiamo agli altri, al medico che ci cura, al muratore che ha costruito la nostra casa, al ristoratore che ci fa mangiare, al pilota dell’aereo che ci porta lontano. Diamo fiducia non perché lo vogliamo o perché davvero ci fidiamo, ma perché non possiamo farne a meno.
E non è vero che la fiducia si dà solo alle cose serie, la fiducia si dà a tutto e tutti, per obbligo, perché la fiducia ci fa vivere e morire.
La vita è ciò che ha rischiato, proprio in questi giorni, un bambino di 5 anni che è stato ricoverato a causa di lesioni all’esofago e allo stomaco provocate da una sostanza caustica contenuta in un succo di frutta acquistato dalla madre e ingerito in un bar.
La fiducia basterebbe meritarsela, dimostrando serietà visto che si dà e si può dare solo alle cose serie!
Sì perché come si può pensare di ottenere fiducia facendo i pagliacci, con tutto il rispetto per i pagliacci professionisti del Circo, raccontando frottole o inventando mondi o cose inesistenti?.
E’ necessario precisare che essere seri non significa evitare di sorridere, di divertire e cose simili, ma che semplicemente, se proprio si ritiene di dover passare attraverso questo espediente, sempre ammesso che abbia un senso, bisognerebbe saperlo fare perché ciò a cui si assiste sempre più spesso sono tristissime battute da bar che prevedono, nel tentativo di dargli maggiore dignità, anche il supporto di “artisti non protagonisti” del livello delle peggiori soap opera.
La fiducia che ogni cittadino ripone nei parlamentari e nei propri amministratori locali dovrebbe essere massima e altrettanto sono le aspettative riposte in tutte le loro dichiarazioni soprattutto quando queste hanno a che fare con la pubblica incolumità e la sicurezza.
Nel Consiglio comunale dello scorso 9 marzo il nostro sindaco rispose al consigliere Rossi che lo interrogava riguardo l’operatività dell’ascensore comunale previsto per i diversamente abili.
Supportato dalle dichiarazioni del responsabile dell’area Tenico-Manutentiva e di un assessore, dichiarò che l’ascensore era funzionante e utilizzabile in sicurezza da chiunque, disabili compresi.
Due giorni dopo, se non fosse stato per un cantiere che “impediva” l’accesso all’ascensore, la presidente del Consiglio avrebbe permesso ad un ragazzo diversamente abile, costretto in carrozzina, di utilizzare l’ascensore.
Su Obiettivo comune partì, immediatamente e come al solito, tutta una serie di commenti nei miei confronti, da parte di parenti e amici di alcuni amministratori, che biasimavano il fatto che io avessi accompagnato il ragazzo in Comune.
Il giorno 14 pubblicai un post che mostrava le condizioni in cui versava l’ascensore alla data del 9 marzo.
Questo pomeriggio Obiettivo comune ha pubblicato un post A caratteri CUBITALI con il quale informa tutti i supporter dell’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE e che finalmente è stato messo in funzione l’ascensore comunale specificando essere un’opera MAI OMOLOGATA la cui documentazione RISULTA IRREPERIBILE.
Concludono poi riconoscendosi il merito di aver risolto il problema con decisione e caparbietà lasciando agli altri le polemiche.
Forse non si rendono conto di ciò che hanno dichiarato sino a ieri e cioè che l’ascensore, privo di OMOLOGAZIONE e DOCUMENTAZIONE, era stato dichiarato funzionante e utilizzabile in sicurezza da chiunque mentre invece risulterebbe esserlo solo da oggi.
La serietà di chiunque e in particolare di un amministratore locale si dimostra sapendo scegliere il momento o l’occasione di quando si può scherzare, sapendolo fare in modo opportuno, e quando è il caso di attenersi seriamente ai fatti.
Sono tanti i modi per dimostrare seriamente di meritarsi la fiducia dei cittadini dichiarando ad esempio che i dearsenificatori funzionano, che il piano di emergenza è aggiornato e rispondente alle calamità che possono verificarsi, che il Centro Operativo Comunale è pronto e immediatamente operativo, che il sistema di videosorveglianza è attivo, l’ascensore comunale è regolarmente manutenzionato e funzionante, la palestra delle elementari è pronta, che tutti i regolamenti comunali vengono applicati … ma solo quando tutto ciò sia realmente vero.
Dovrebbe essere abbastanza semplice meritarsi la fiducia di superiori, subordinati o concittadini, perché basta fare bene il proprio lavoro senza sovraccaricarlo di personalità artificiali destinate a sbriciolarsi davanti alla realtà di tutti i giorni, dimostrando rispetto per chi ti segue senza prenderlo in giro, promettendo il promettibile e soprattutto dicendo sempre e onestamente la verità.
I nostri amministratori, come i nostri politici, alla prossima scadenza del loro mandato elettorale ci chiederanno un nuovo atto di fiducia.
Ma qui la fiducia non basta: ci vuole un grande atto di fede.