Dal Corriere di Viterbo del 15 mrzo 2019 - Di Veronica Ruggiero
I fondi della Cassa depositi e prestiti sono stati utilizzati per altre opere pubbliche.
Il sindaco Fabio Bartolacci ha chiuso la vicenda del "Rifugio Speranza" con una risposta netta ad un'interrogazione presentata dal consigliere Fabio Rossi.
Dopo anni di incertezze, promesse e speranze, il primo cittadino ha espresso un netto diniego, prima in sede di consiglio comunale e poi per iscritto, alla possibilità di costruire, come da iniziale progetto, il canile comunale.
Solo pochi mesi, fa durante un incontro con Daniele D'annibale, vice responsabile del Nucleo operativo del Movimento animalista, il partito fondato e presieduto dall'onorevole Michela Vittoria Brambilla, al quale erano presenti anche alcuni assessori delia giunta comunale tuscanese, l'amministrazione aveva invece promesso che la realizzazione del nuovo ricovero per amici a quattro zampe sarebbe stata una certezza e che sarebbero state prese tutte le misure necessarie per snellire le pratiche burocratiche per raggiungere il risultato.
Un obiettivo che già l’amministrazione Natali, otto anni fa, aveva cercato di raggiungere, attraverso la predisposizione di un progetto, di una variante urbanistica, degli atti necessari alla realizzazione dello stesso, del conferimento di un appalto e addirittura dell'inizio lavori. Lavori poi bloccati a pochi giorni dall’insediamento di Bartolacci.
"Relativamente alla gestione del problema randagismo da lei sollevato nell'interrogazione del 29 aprile 2017- si legge nella risposta al consigliere Rossi da parte del primo cittadino - non è intenzione di questa amministrazione comunale utilizzare i fondi della Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione del canile comunale. Tali finanziamenti sono stati in parte utilizzati per la realizzazione di opere ritenute più importanti per la comunità di Tuscania".
Bartolacci, nella nota, chiarisce che è sempre stata convinzione degli amministratori che il canile debba essere costruito attraverso l’impiego di fondi privati e non sul terreno comunale come da variante, visto il lascito che una cittadina tuscanese avrebbe devoluto alla costruzione della struttura.
Il sindaco evidenzia ancora: “Considerando che il ‘Rifugio Speranza' ha già avuto lo sfratto dal proprietario del terreno sul quale è situato e rimane sotto sequestro amministrativo, nonostante attraverso il costante impegno dei volontari abbia promosso più di 300 adozioni, è ormai chiaro non vi sia futuro per questa struttura e i suoi ospiti".
Dopo unni di incertezze, tira e molla, promesse e dietro front, con questa comunicazione del sindaco, che non lascia spazio a ripensamenti, per il canile comunale la partita sembra sia essere chiusa per sempre.
Veronica Ruggero