Nel comune, dopo l'iniziale sperimentazione introdotta nel 2002, il servizio è stato abbandonato e sono tuttora in funzione i cassonetti.
Tutti i comuni italiani sono obbligati per legge ad effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti. Ciò comporta che, da una parte, essi debbano attuare una gestione che privilegi l’efficacia, l’efficienza e l’economicità del servizio (ad esempio con la raccolta porta a porta), dall’altro che gli abitanti ovviamente collaborino alla raccolta, effettuando la divisione a monte secondo le tipologie dei rifiuti ed il conseguente esatto conferimento.
La legge, la numero 152 del 2006, è in vigore da oltre 13 anni in tutta Italia tranne che a Tuscania, dove ancora sembra essere sconosciuta agli amministratori.
Nella ridente cittadina d’arte e di cultura, è ancora in vigore la raccolta con i cassonetti stradali, quella che oramai sembra appartenere ad un’epoca preistorica nell’immaginario collettivo.
Un metodo dunque, in spregio assoluto della prescrizione normativa che stabilisce:
b”1. Fatto salvo quanto previsto al comma 1-bis, in ogni ambito territoriale ottimale, se costituito, ovvero in ogni comune deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:
- a) almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006;
- b) almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008;
- c) almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012.”
Una situazione a dir poco paradossale visto che, invece, nel 2002 il servizio era partito con tutti i crismi, addirittura con il “porta a porta”, una rivoluzione per l’epoca.
A distanza di qualche tempo però, l’esperimento si è bloccato, riportando il paese indietro nel tempo.
Ora la “nuova” amministrazione ha promesso il tanto agognato cambiamento, con l’avvio della differenziata a partire da settembre.
I cittadini si interrogano però, viste le precedenti vane promesse, a quale anno ci si riferisca.