Con determina n. 474 del 12 agosto si è assegnato ad un professionista, l’incarico per la redazione dell’analisi della condizione limite per l’emergenza dell’insediamento urbano
Si definisce come Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) quella condizione al cui superamento, a seguito del manifestarsi di un evento sismico, pur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre all’interruzione delle quasi totalità delle funzioni urbane presenti, l’insediamento urbano conserva comunque, nel suo complesso, l’operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l’emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale.
In parole povere si intende la risposta delle aree di emergenza, degli edifici strategici indispensabili alla gestione dell’evento e delle strutture che possono pregiudicare tutta la viabilità di collegamento tra gli stessi.
Per avviare l’analisi è necessario disporre oltre a tutta la documentazione prevista, del Piano di emergenza, delle schede di idoneità, già compilate e presenti nel piano, relative agli edifici strategici, alle aree di emergenza e a quelle sulla vulnerabilità degli edifici strategici quali le sedi di C.O.C. del Fioravanti e del Municipio.
Per la compilazioni delle schede relative agli edifici strategici il professionista incaricato dovrà obbligatoriamente far riferimento alla individuazione degli stessi sulle mappe allegate al piano di emergenza, visto che tutti i dati relativi agli stessi sono stati ricavati dalla cartografia allegata e trasmessi in formato “shapefile” alla sala operativa della Protezione Civile Regionale e alla Prefettura di Viterbo.
Ora il fatto è che, sulla “carta delle aree di emergenza e degli edifici strategici”, allegata al piano di emergenza del nostro comune, il C.O.C. principale, da utilizzare in caso di sisma, è indicato trovarsi all’interno della struttura del polisportivo dell’Olivo, (voglio sperare non all’interno della piscina) la cui posizione, viabilità e relative coordinate sono state comunicate agli enti preposti ma il numero telefonico di emergenza dello stesso è quello della segreteria della ASD Fulgur al Fioravanti.
mentre nella parte descrittiva del piano, a pag. 87, il C.O.C. primario risulta essere all’interno del campo sportivo Fioravanti.
Al quale segue la scheda del C.O.C. secondario che dovrebbe essere in Municipio, con allegata però la foto del polisportivo
Una bella confusione, non c’è che dire.
E con questa premessa vorremmo spendere altro denaro per la CLE?
Probabilmente ai profani quanto rappresentato sembrerà essere un errore di poco conto, ma non per chi si dovesse trovare ad affrontare un’emergenza sismica e per il professionista incaricato della redazione della analisi della CLE.
Problema che deve essere assolutamente risolto prima di iniziare il lavoro.
Ci sarebbe anche un’altra questione che richiederebbe una soluzione prima di procedere all’analisi della CLE e cioè il fatto che le aree di emergenza del Pigno e le due del Pratino non rispondono neanche lontanamente ai requisiti previsti dalle Linee guida regionali e al Manuale operativo del Dipartimento della ProCiv. Inoltre, non sono distribuite capillarmente nel centro urbano e pertanto difficilmente raggiungibili dalla maggior parte della popolazione.
A parere del sottoscritto anche questo lavoro, come fu quello della redazione del piano di emergenza comunale, se quest’ultimo non sarà prima aggiornato e corretto, l’analisi della CLE non servirà a niente, se non che a spendere invano altro denaro pubblico.
Prima dell’analisi della CLE servirebbe un’analisi critica da parte dei nostri amministratori affinché si rendessero conto che è necessario nominare e formare i responsabili delle funzioni di supporto al sindaco, costituire un ufficio comunale di Protezione Civile, nominare una persona che possa continuamente aggiornare il piano e un responsabile che dia disposizioni circa la messa in pratica di tutto quanto in esso previsto in “tempo di pace”.
A oltre 3 anni e mezzo dalla approvazione del Piano non si è ancora provveduto a fare niente di tutte le incombenze in esso previste.
Continuiamo a sperare sempre che non succeda mai niente, ma non è il giusto approccio culturale alla prevenzione e alla tutela della pubblica incolumità.
Fin che la barca va … lasciala andare,
Fin che la barca va … tu non remare.