“Quando la politica si occupa anche delle merendine…allora si stanno decidendo le sorti del mondo”.
Con questo post gli amministratori comunali, senza mezzi termini, intendono accusarci di fare bassa politica.
Qui non si tratta di decidere le sorti del mondo ma certamente quelle della città di Tuscania, dove, a seguito degli atti amministrativi di cui siamo venuti in possesso, risulta che oltre al consumo dell’energia elettrica dei distributori di merendine e bevande, le casse comunali, forse, hanno problemi anche con le mancate richieste di pagamenti COSAP, TARI, CIMP, canoni di affitto, pubblicità, bollette dell’acqua, concessioni e contributi. Questi mancati incassi, da accertare, davvero potrebbero decidere e incidere sulle nostre casse comunali.
Il distributore automatico di merendine e bevande è un semplice frigorifero che mantiene i prodotti a temperatura controllata, spesso accoppiato a un sistema a resistenza elettrica per la produzione di bibite calde. Queste apparecchiature naturalmente hanno dei consumi, tra l’altro notevoli, che, nella maggioranza dei casi, sono a carico dell’ente/società nei cui locali sono alloggiate. I fornitori, come in questo caso, posizionano probabilmente a titolo gratuito i distributori senza alcun onere a loro carico.
Un distributore di bevande refrigerato come quello nella foto ha un consumo dichiarato pari a 270 Watt/h. Il consumo dichiarato tiene conto di parametri di temperatura standard e di condizioni di funzionamento a regime ma non tiene conto dell’invecchiamento della macchina, di potenziale deposito di polvere e incrostazioni sulla serpentina di scambio termico pertanto è necessario aumentare questo consumo del 10/15%; alla fine otterremo un consumo finale annuo di 2700 kWh che corrispondono a una spesa di circa 700€/anno.
Ognuno è libero di pensarla come crede ma la cifra lievita notevolmente in funzione del numero dei distributori installati e la spesa non può e non deve essere a carico della comunità ma del gestore che, probabilmente, non corrisponde neanche il canone per l’occupazione del suolo pubblico e i rifiuti prodotti.
Compito principale dei consiglieri di opposizione e proprio quello di verificare eventuali “sviste” da parte degli uffici comunali, della Giunta o della dirigente scolastica.
La vicenda post-elettorale, che dura ormai da cinque anni e sei mesi, ci ha fatto capire alcune cose, se ce ne fosse stato bisogno. La prima riguarda la capacità da illusionisti di far passare per veri fatti e circostanze che non potranno mai realizzarsi. Ricordate l’uomo drago: Mandrake, il personaggio dei fumetti degli anni ‘60, che risolveva tutte le questioni facendo vedere ai suoi rivali cose che non esistevano?. Ai tempi nostri, chi fa comunicazione insegna che: “Ripetere continuamente una menzogna, con il tempo, sembrerà una verità” e durante l’ultimo Consiglio comunale le bugie si sono sprecate. Sembrava di assistere al gioco di “chi contraddice chi?”.
La seconda, su cui ragionare, è che la credulità della gente è proporzionata alla sua ignoranza. La persona colta difficilmente si beve le bugie di chi comunica, perché ha una capacità di discernimento che gli consente di distinguere il vero dal falso, seppure in qualche misura. Infatti, non sempre si raggiunge la verità, anche perché essa è variegata e presenta aspetti diversi, a seconda di come la si guardi.
Una terza considerazione riguarda la buona fede di chi fa comunicazione.
Tutto ciò per spiegare che, se si vuole imporre ai terzi una questione non vera, magari si riesce nell’intento, ma alla fine c’è sempre un rimbalzo negativo per sé e per gli altri.
Di quanto precede è impregnata la politica del nostro Comune che ha peggiorato il suo standard negli ultimi anni, per la semplice ragione che, abbassandosi la qualità e la cultura del ceto politico gli improvvisati consiglieri comunali, senza una cultura politica e senza cognizioni, riescono a vedere solo fino alla punta del loro naso.
Avere la vista corta significa fare politica oggi per oggi, mai per domani, in modo da accontentare i cittadini meno capaci, più pigri, ma anche più bisognosi, offrendo qualche rimedio che tamponi la loro emergenza. La nostra città, come il nostro Paese, si sta rivelando essere come quella della continua emergenza, perché affronta le questioni giorno per giorno e senza strategie.
Impianti sportivi fatiscenti, uffici comunali al collasso, scuole e palestre che si allagano ad ogni pioggia, la condotta idrica ridotta ad un colabrodo, per non parlare di una discutibile gestione di diversi beni pubblici e del patrimonio archeologico e storico.
La politica vera, quella con la P maiuscola, è l’opposto. E’ fondata su progetti strategici di medio e lungo periodo, a cinque, dieci, vent’anni e oltre i cui segmenti dell’anno corrente o di quelli successivi ne sono solo una parte.
I problemi non si risolvono con i pannicelli caldi bensì con piani strutturali e strutturati che facciano crescere la qualità e la quantità di beni e servizi a disposizione dei cittadini.
Ma così non accade e assistiamo, preoccupati, a un vortice di promesse inutili perché irrealizzabili, che hanno ingannato e continuano ad ingannare i cittadini.
Campioni di queste promesse irrealizzabili sono coloro che attribuiscono ai consiglieri di minoranza di fare una bassa politica mentre invece sono proprio questi ultimi che ogni giorno smascherano l’inconsistenza e l’inadeguatezza di chi sta amministrando Tuscania a colpi di bugie.
Il sindaco smentisce il responsabile di un ufficio, un responsabile di area contraddice un assessore che così sembrerebbe aver mentito a tutti i cittadini, mentre il segretario comunale, a ogni Consiglio, fa i salti mortali per cercare di “mettere una pezza” a quanto viene detto o scritto da chi amministra.
Il gruppo consiliare “Insieme per Tuscania” è unito, coeso e forte dell’impegno preso con i suoi elettori e con tutti i cittadini. La fiducia nel percorso di controllo, che a fatica stiamo costruendo, non conosce interruzioni, andiamo avanti con impegno, serietà e dedizione e anche le merendine e le bevande fanno parte di questo percorso.
Il gruppo cerca, con tutti i mezzi messi a disposizione dalla Costituzione e dalle leggi, di opporsi a una maggioranza poco trasparente, incoerente, non rispettosa degli impegni presi ma soprattutto non all’altezza del governo di Tuscania.
Una maggioranza che non risponde alle nostre richieste di accesso agli atti amministrativi e che non ci consente di poter visitare le scuole pubbliche e altri impianti pubblici, probabilmente, per non consentire di renderci conto delle carenze e delle gravi condizioni manutentive ci accusa di fare bassa politica mentre invece questi sono i giochi da bassa politica che stanno tenendo in ostaggio la città e che nascondono la verità ai cittadini.
Alta Politica è prima di tutto sinonimo di trasparenza e lealtà nei confronti della comunità, una cosa che non appartiene a questa maggioranza.
A Tuscania non c’è spazio per i prestigiatori della politica che debbono essere tenuti alla debita distanza e oggetto di un continuo controllo in tutta la loro attività di gestione della cosa pubblica.
La bassa politica non appartiene a noi.
Cari amministratori, il problema non è tanto il razzolare male quanto il fare prediche.
I consiglieri di minoranza